In cucina

In cucina

Cari ragazzi,
Sono Loris, il padre di Luca. Mio figlio mi ha chiesto di inziare una rubrica sulla cucina e sul cibo… ed io stò seriamente pensando di accontentarlo, scrivendo, quando potrò, alcune notizie, informazioni e curiosità sulla cucina… Parleremo anche di ricette di cucina italiana ed internazionale ma, più che altro, vorrei cercare di aiutarvi nel districarvi attraverso questo campo che oggi è così di moda e che offre una gamma infinita di sfaccettature e sul quale nessuno, dico nessuno, può pretendere di dire di conoscerne abbastanza. Io sono oltre 40 (dico quaranta) anni che cerco di districarmi attraverso cucine, ristoranti, cuochi, prodotti e generi alimentari di ogni tipo e vi posso garantire che ogni giorno imparo qualche cosa di nuovo.
Mi rendo perfettamente conto che i giovani, oggi, hanno pensieri e problemi più importanti da risolvere ma so anche che, quando si arriva al momento in cui sapersi districare in una cucina può risolvere un problema, ci si trova impreparati e spesso con idee teoriche che non servono a nulla all’atto pratico.
All’inizio cercherò di mettermi nei panni di un “single” per il quale saper cucinare può risolvere molti problemi, anche economici e poi parlerò di cose più importanti, come cucinare per gli amici o come saper distinguere un ristorante da un altro. C’è infatti molta differenza tra la cucina di casa e quella professionale ma ambedue non devono mai discostarsi da alcuni punti di partenza fondamentali: la qualità dei prodotti usati deve essere la migliore possibile, i prodotti devono essere conservati nel miglior modo possibile ed infine tener sempre presente che una cucina pulita ed organizzata è la caratteristica base di vuole e sà cucinare bene.

Normalmente, quando parlo di cucina in pubblico, dico sempre che ogni maschio italiano è:
– allenatore della nazionale di calcio
– il migliore autista
– uno Chef di cucina
– e poi un’ultima cosa che non posso scrivere ma che tutti capirete senz’altro…
Per poter cucinare è necessario amore, voglia, fantasia ma, prima di tutto, conoscere le regole base ed essere puliti, altrimenti il tempo che si risparmia per cucinare un piatto si perde per pulire la cucina…
Immagineremo pertanto ciò che si troverà di fronte un Single tipo, che chiameremo Marietto e che tutti i giorni si troverà di fronte un problema da risolvere, cucinandosi almeno un piatto caldo, rapido ma che lo soddisfi e che non costi troppo.

Arrivederci presto!

Spaghetti al pesto, la ricetta

spaghetti al pesto

Spaghetti al pesto, la ricetta.
Forse non è il tipo di pasta ufficiale da accompagnare al pesto alla genovese (trenette o trofie) però farsi un piatto di spaghetti condendoli con quella meraviglia che la natura ci offre da queste parti è spettacolare ugualmente!
E poi è così semplice: basilico, olio, sale, aglio, pinoli e formaggio.
E ditemi che non ho ragione…

Ed ecco la ricetta di Loris per gli spaghetti al pesto:

Di questa salsa tipica ligure gli ingredienti base sono il basilico, l’aglio, l’olio d’oliva, il formaggio grattugiato ed i pinoli.
Adesso vi voglio descrivere alcuni dettagli appunto su alcuni di questi ingredienti, dettagli che si accompagnano a ricordi della mia infanzia e dei miei nonni materni, veri liguri della riviera di levante.

– Il basilico. Il giorno d’oggi si parla giustamente del basilico di Prà che ha le caratteristiche perfette per il pesto ma una volta non sapevano neppure che cosa fosse: mio nonno diceva che il basilico perfetto e senza il brutto odore di menta doveva assolutamente crescere all’ombra e che i suoi fiori dovevano essere tolti appena spuntavano. Come avrebbero potuto fare il pesto nelle riviere di ponente e di levante?

– I pinoli. Mio nonno raccoglieva i pinoli sotto un vecchio pino domestico vicino a casa, rompeva i loro gusci e li conservava in un vasetto. Comunque la loro quantità nel pesto era sempre molto limitata… Quando erano finiti mia nonna ne comprava un’oncia per volta, cioè 25 grammi!

– il formaggio grattugiato: per mio nonno, nato nel 1886, “il formaggio” era solamente il sardo. Lui ne comperava una forma alla volta di quello mezzo stagionato, che veniva consumato a tavola con parsimonia. Alla fine della forma, il pezzetto che rimaneva e che nel frattempo era diventato bello duro veniva usato per cucinare, per mettere sulla pasta e per fare il pesto.

– L’olio d’oliva deve essere per forza ligure, per le sue caratteristiche di leggerezza e profumo.

Buon appetito!

Qui vi lascio una bella video-ricetta di GialloZafferano.

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