Polpo alla Gallega a casa. Ci sono già diversi post sul polpo fatto alla spagnola. Questa volta però è differente perché il piatto è stato fatto a casa mia. Per prima cosa ho bollito il polpo (un bel polpo fresco); a parte ho bollito anche una patata. Dopodiché ho tagliato a rondelle il tutto, bagnato con olio di oliva nostrano e spolverato con paprica e sale (forse ci sarebbe voluto il sale grosso ma io ho usato quello fine). Ed ecco fatto.
Non per essere poco modesto ma era veramente buonissimo, non vi sembra? Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.
Il polpo comune (Octopus vulgaris Cuvier, 1797) o piovra è un cefalopode della famiglia Octopodidae, che non deve essere confuso col polipo che invece è ad esempio l’animale (appartenente agli Cnidari) che dà origine al corallo. Continua su Wikipedia
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Trippa alla ligure di casa mia, la ricetta. La trippa è una delle frattaglie più usate. Si cucina in tutte le regioni italiane ed è uno dei piatti poveri più saporiti consumati in tutto in tutto il mondo: non potrò mai dimenticare una straordinaria zuppa cinese di Hong Kong con spaghetti di riso e trippa caramellata…
A Genova e nelle riviere si potevano spesso incontrare delle tripperie, dove veniva venduta trippa e il suo brodo: una tazza di brodo di trippa ben caldo con un po’ di formaggio grattugiato e abbondante pane zuppato era una ottima e ricca colazione. Anche questa, però è una tradizione ormai quasi completamente scomparsa.
Quella che noi troviamo in macelleria è la trippa che ha già subito molte lavorazioni e molto lunghe: è stata raschiata, pulita e poi bollita a lungo. A questo punto viene messa in vendita e poi cucinata.
In casa nostra, come molti altri piatti, viene fatta alla ligure ma, come già detto altre volte, la mia cucina ligure è stata inquinata dalla sapienza e dai consigli dei numerosi cuochi con cui ho lavorato in giro per il mondo. Vi descriverò pertanto come la prepara mia moglie Emmi che è diventata una bravissima cuoca di piatti regionali.
Prima si sceglie la trippa mista di più tipi possibili e la si taglia a strisce fini. Poi si fa un fondo con cipolla, sedano e si prepara da parte un buon brodo di carne caldo, vino bianco, olive taggiasche, pinoli, pochi funghi secchi ammollati, poco concentrato di pomodoro e patate tagliate a tocchetti. Si fanno soffriggere i gusti in buon olio d’oliva non troppo abbondante (la trippa è grassa), e si aggiunge la trippa che lascia insaporire e scaldare; si aggiunge un buon bicchiere di vino bianco e lo si lascia evaporare. A questo punto si aggiungono i funghi secchi, i pinoli, le olive e poi le patate. Si fa scaldare il tutto rimescolando lentamente, lo si sala e si aggiunge il concentrato di pomodoro per poi bagnare il tutto con il brodo. Si chiude la pentola (meglio se di terracotta) e si lascia cuocere lentamente. Quando le patate sono cotte la trippa è pronta e va servita ben calda spruzzandola con prezzemolo fresco e poco formaggio grattugiato.
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Insalata di polpo bollito con patate alla ligure, la ricetta. È una semplice insalata di polpo bollito. Questa mattina ho trovato un paio di polpo nostrani e li ho preparati per mio figlio Luca. Ho fatto bollire abbondante acqua a cui ho aggiunto sale e aceto.Poi ho fatto arricciare i polpi tenendoli per la testa e immergendoli su e giù nell’acqua bollente. Li ho lasciati cuocere per una mezz’ora e li ho lasciati raffreddare nella loro acqua. A parte ho fatto bollire delle ottime patate di montagna del mio amico Enrico Segarini e le ho aggiunte al polpo affettato. Ho poi quindi condito con dell’ottimo olio nostrano dell’amico Paolino Muzio di San Bernardo (località del comune di Sestri Levante conosciuta per la qualità delle sue olive), succo di limone del mio giardino e una spruzzata di prezzemolo.
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Acciughe ripiene. La ricetta classica delle acciughe ripiene: ripieno genovese con pane ammollato, parmigiano, polpa di acciughe fresche, aglio, maggiorana, uova. Acciuga sotto e acciuga sopra appoggiate su uno strato di patate tagliate a fette sottili e poi in forno. Calde, fredde, tiepide… Con un bel bicchiere di BIANCHETTA o Lumassina… Cosa voler di più?
Dopo una due giorni di catering e sopralluoghi eccoci ritornati con il menú del giorno:
Taglierini verdi con le vongole veraci
Crespelle ai 5 cereali con prebuggiun e fonduta leggera
Riso rosso, finocchi, arancia e rucola
Budino di economia e verdure con ricotta della val Trebbia
Insalata di seppie con pomodorini gialli e rossi
Arrosto di Lonza con salsa di zucchine e pere
Nizzarda con farro e tonno fresco
Fiori di zucca in pastella
Bufala campana DOP con spada affumicato e insalatina
Patate arrosto
Friggitelli arrosto
SALUMI buonissimi
FORMAGGI del contadino con gelatine di nostra produzione
Focaccia di grano duro e semi tostati
Cremino al cioccolato biondo con albicocche al maraschino
Crostatine ai frutti tropicali
Panna cotta e lamponi
Domani BURGERS , VERYGOODBURGERS!
Venerdì Toscana con Fiorentina, Chianina, pappa al pomodoro e tutta la tradizione maremmana!
Spaghetti alle acciughe e mollica di pane, la ricetta. E’ iniziata la stagione delle acciughe, sono ancora piccole per la salatura ma si possono usare per molti piatti semplici e gustosi.
Mi è venuta in mente una ricetta che forse ho imparato dai molti chef meridionali che hanno influenzato positivamente i miei gusti e la mia cucina e di cui adesso vi faccio partecipi. Se avete qualche idea o commento vi invito ad aggiunfere un commento oppure ad andare nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.
Per 4 persone per la salsa ho usato:
4 etti di acciughe fresche che ho pulito e disliscato
6 filetti di acciuga salata
uno spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
origano e mollica di pane*.
Nell’olio ho fatto soffriggere l’aglio tritato assieme ai filetti di acciuga salata (e peperoncino per chi lo apprezza). Ho sfumato con poco vino bianco e poi ho aggiunto le acciughe fresche che devono cuocere soltanto per pochi minuti e una presina di origano secco.
La salsa è pronta.
Ho fatto cuocere 350 grammi circa di spaghetti che ho poi fatto saltare nella salsa. Alla fine ho cosparso con la mollica di pane*. Un piatto delizioso, semplice e saporito.
* La mollica di pane è diversa dal pane grattugiato. E’ più grossolana ed io la ottengo grattugiando a mano il pane e facendolo poi saltare in padella antiaderente senza olio per asciugarlo leggermente.
Adesso guarda il piatto finito a dimmi cosa ne pensi!
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Tagliatelle con prosciutto crudo e piselli, un piatto semplice e gustosissimo, specialmente durante la stagione dei piselli freschi.
Ricetta per 4 persone.
In un fondo di olio extra vergine, fate soffriggere mezza cipolla tagliata a strisce grossolane, ho aggiunto centoventi grammi di prosciutto tagliato a strisce e ho sfumato con poco vino bianco. A parte ho fatto bollire per pochissimi minuti circa 800 grammi di piselli freschi (il tempo di cottura varia a seconda della loro dimensione) e li ho aggiunti al fondo di cipolla e crudo. Una volta che la salsa è amalgamata l’ho fatta raffreddare e poi ho aggiunto circa 80 grammi di panna fresca, rimescolando il tutto. A questo punto ho messo nella padella le tagliatelle cotte al dente, ho aggiunto poca acqua di cottura e le ho fatte saltare. Per completare il piatto ho spolverato con formaggio grana grattugiato.
Taglierini paglia e fieno ai carciofi. Oggi ho pensato di fare per me un piatto che preparava un mio amico e grande Chef di origini siciliane ma cresciuto in Liguria: taglierini paglia e fieno ai carciofi.
Per persona si utilizza un bel carciofo, che si pulisce con attenzione utilizzando anche il gambo, si taglia a fettine e si tiene immerso in acqua con qualche goccia di limone. Poi si immerge per 3 minuti circa in acqua bollente salata (sbiancatura). Si scola e si lascia raffreddare. Intanto si prepara un fondo con cipolla tritata, uno spicchio d’aglio in camicia e olio extra vergine. Una volta che il fondo è pronto si aggiunge il carciofo tagliato a fettine e si lascia soffriggere a fuoco alto per fargli perdere l’acqua rimasta dopo la sbiancatura e si bagna con poco vino bianco. Una volta che il vino è evaporato si aggiunge il pomodoro passato e li lascia cuocere lentamente aggiungendo un po’ d’acqua di cottura del carciofo se necessario per una ventina di minuti o anche più, se necessario.
Una volta pronta questa salsa si cuociono i taglierini e si fanno saltare in padella con la salsa di carciofo e, messi sul piatto, si aggiunge una presa di origano. Buon appetito.
Una variante di questa ricetta è fatta senza pomodoro, utilizzando tagliatelle più grandi con l’aggiunta di besciamella e gratinando al forno in una pirofila.
Una volta che i carciofi sbiancati, si fanno saltare nel fondo di cipolla e aglio, si bagnano con il vino. Una volta che il vino è evaporato si lasciano cuocere lentamente aggiungendo acqua di cottura se necessario. Si aggiungono poi le tagliatelle (cotte molto al dente) e si fanno saltare affinché si insaporiscano aggiungendo un poco di grana grattugiato. Si abbassa la temperatura e, una volta che il tutto sarà raffreddato , si aggiunge la besciamella (in modo misurato e senza esagerare) si mescola bene il tutto e si mette in una pirofila unta con olio extra vergine. Si cosparge con un po’ di pane grattugiato e si inforna a forno caldo a 180 gradi.
Buon appetito! Aggiungi un tuo commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.
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Buongiorno a tutti. Questa mattina ho comperato un piccolo astice, due bei calamari e un chilo circa di muscoli che inizialmente volevo riempire assieme ai calamari. Successivamente ho aperto un muscolo e mi sono reso conto che il mollusco al suo interno era molto piccolo ed ho cambiato idea sul suo uso.
Ho pulito bene e spellato i calamari ed ho pulito i muscoli con attenzione, li ho fatti aprire con un goccio di acqua e li ho messi da parte e filtrato il loro liquido.
Per prima cosa ho preparato l’astice, l’ho lavato bene sotto l’acqua fredda, tagliato in due per lungo e messo in padella con un poco di olio ed uno spicchio d’aglio. Una volta preso calore e mentre iniziava a diventare rosso, ho aggiunto un po’ di rum e ho lasciato cuocere per ancora un paio di minuti. Poi ho preso uno dei due ciuffi e le alette dei calamari, li ho tagliati a pezzetti e messi a cuocere in poco olio, una volta scaldati li ho bagnati con un po’ di vino bianco e lasciati cuocere per alcuni minuti. Un volta raffreddato ho pulito l’astice da tutto il suo carapace lasciando la polpa alla quale ho poi aggiunto i pezzetti di calamaro cotti. Ho lasciato tutto da parte per il risotto.
Per il ripieno del calamaro ho fatto bollire alcune foglie di lattuga, che ho tritato grossolanamente aggiungendo poi in un contenitore un uovo intero, un po’ di grana grattugiato, un poco di mollica di pane bagnata nel latte e poi strizzata, il resto dei tentacoli e alette dei calamari tagliati fini, sale e pepe.
Con questo ripieno ho farcito attentamente i calamari, li ho chiusi con uno stuzzicadenti ed ho fatto sopra di essi alcuni buchini perché, durante la cottura, potesse evaporare l’umidità contenuta nel ripieno e nei pezzetti di calamaro.
Ho poi messo in una padella i calamari, con poco olio, uno spicchio d’aglio ed ho fatto prendere loro calore. Li ho poi bagnati con vino bianco e, una volta evaporato ho aggiunto buona parte del liquido di cottura (filtrato) dei muscoli, poca passata di pomodoro e ho fatto cuocere lentamente a pentola chiusa per un’oretta. Cinque minuti prima di spegnere il fuoco, ho aggiunto i muscoli sgusciati.
Per il risotto ho fatto come al solito: fatto scaldare il riso arborio in una casseruola con olio e poca cipolla tritata, ho bagnato con poco vino ed ho aggiunto l’astice e i pezzetti di calamaro che ho fatto prima scaldare. Ho ancora aggiunto poca passata di pomodoro ed ho coperto il tutto con il liquido di cottura dei muscoli ed un poco di acqua. Ho fatto cuocere lentamente il risotto per una ventina di minuti aggiungendo acqua calda se asciugava troppo e alla fine l’ho mantecato con poco olio d’oliva. Una volta nel piatto di portata ho aggiunto prezzemolo tritato ed ho servito.
Il tutto è stato apprezzato come spero siano apprezzate le foto dei piatti scattate dal fotografo di casa, Luca:
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Il cavolo Navone e come prepararlo, la ricetta. L’altro giorno il mio amico Giulio, esperto orticoltore nonché attento conoscitore di prodotti della nostra terra ligure, mi ha regalato un cavolo Navone, un grande tubero della famiglia dei cavoli di cui si mangia la grande radice. Questo vegetale non va confuso con il cavolo rapa e nemmeno con il sedano rapa o sedano di Verona. Somiglia a questi ultimi anche se è più allungato ma è un’altra cosa. Sinceramente ho visto molti tipi di radici e tuberi in tutto il mondo ma non ricordo di aver mai visto prima un cavolo Navone. Il mio amico mi ha detto che questa radice ha un sapore dolciastro ed io prima di provare a cucinarlo, ne ho bollito una fetta e la ho assaggiata. Cotto, risulta di colore bianchissimo, compatto, di gusto delicato e leggermente dolciastro.
Ho affettato questa radice a fette alte circa mezzo centimetro e le ho fatte sbollire in acqua calda salata per alcuni minuti.
Poi ho preparato una besciamella leggera e piuttosto liquida e ho adagiato sul fondo di un tegame da forno, unto con olio d’oliva, uno strato di fette di Navone, le ho coperte con un po’ di questa besciamella e una leggera spolverata di grana grattugiato. Ho fatto un secondo strato ed ho aggiunto, dopo la besciamella ed il grana una ulteriore spolverata di pane grattugiato. Alla fine ho aggiunto un poco di olio di oliva ed ho infornato a 180° per circa una ventina di minuti. Questo è un ottimo contorno ma con l’aggiunta di un poco di mozzarella a quadrettini sopra ogni strato, può diventare un ottimo piatto unico ed un modo per rivalutare i prodotti antichi, semplici e genuini.
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La tradizione dei ravioli fatti in casa. Non è Natale in casa mia se non ci sono i ravioli (assolutamente conditi col ragù di carne). Oggi era il giorno fatidico in cui mia mamma li ha preparati e sono riuscito a fotografarne qualche istante. Spero vi piacciano le foto, per quanto riguarda i ravioli vi assicuro che non ne resteranno molti dopo il pranzo di Natale.
Vai a vedere il mio articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato i migliori ravioli al ragù della Provincia di Genova di Levante.
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Avresti voglia di fare la pasta in casa ma non hai gli strumenti giusti? Guarda qui e sicuramente troverai quello che fa per te.
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