La statua del leone nella Fontana dei Quattro Fiumi

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La statua del leone nella Fontana dei Quattro Fiumi.
Nel cuore pulsante di Roma, Piazza Navona è uno dei luoghi più iconici e affascinanti della città eterna. Al centro di questa piazza barocca si erge la magnifica Fontana dei Fiumi, una delle opere più celebri del maestro Gian Lorenzo Bernini. Tra le numerose figure che adornano questa fontana, il leone è un elemento che cattura particolarmente l’attenzione dei visitatori, simbolizzando forza e maestosità in un contesto artistico di straordinaria bellezza.
Realizzata tra il 1648 e il 1651 su commissione di Papa Innocenzo X, la Fontana dei Fiumi è un capolavoro di arte barocca. La fontana rappresenta i quattro grandi fiumi dei quattro continenti conosciuti all’epoca: il Nilo per l’Africa, il Gange per l’Asia, il Danubio per l’Europa e il Rio della Plata per le Americhe. Ogni fiume è personificato da una statua colossale che esprime le caratteristiche del rispettivo continente.
Il leone, situato accanto alla rappresentazione del fiume Nilo, è una figura che incarna potenza e regalità. Raffigurato mentre beve dalle acque della fontana, il leone simboleggia la vita che scaturisce dall’acqua, un elemento essenziale per l’esistenza umana e animale. La scelta del leone non è casuale: nel simbolismo cristiano e nell’iconografia dell’epoca, il leone rappresenta anche la resurrezione e la forza spirituale.
Il leone di Bernini è scolpito con una cura meticolosa dei dettagli, che ne esaltano la maestosità e la vividezza. Le possenti zampe, la criniera fluente e l’espressione intensa del volto rendono questa scultura un esempio perfetto della maestria di Bernini nel trasformare il marmo in vita. La postura del leone, colto nell’atto di bere, aggiunge un senso di movimento e realismo che contribuisce a rendere l’intera fontana un’opera dinamica e affascinante.
Il leone della Fontana dei Fiumi ha un impatto culturale significativo, rappresentando non solo un elemento decorativo ma anche un simbolo potente che evoca la grandezza e la ricchezza della natura. La sua presenza in Piazza Navona, un luogo di incontro e di celebrazione per i romani e i turisti, sottolinea l’importanza dell’arte come mezzo per comunicare valori universali e per arricchire l’esperienza collettiva dello spazio urbano.

Il leone della Fontana dei Fiumi è una testimonianza eloquente della genialità artistica di Gian Lorenzo Bernini e della sua capacità di infondere vita nel marmo. Questo simbolo di forza e maestosità, inserito in uno dei contesti più affascinanti di Roma, continua ad affascinare e ispirare i visitatori di tutto il mondo. La Fontana dei Fiumi, con il suo leone imponente, rimane uno dei capolavori indiscussi del barocco romano, un luogo dove l’arte e la storia si fondono in una danza eterna di bellezza e significato.

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Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

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Ecco dove si trova la fontana:

un leone sul lato orientale che sbuca, come il cavallo, dalla cavità delle rocce per abbeverarsi ai piedi di una palma africana (realizzata da Giobatta Palombo nel 1650) che si innalza fino alla base dell’obelisco
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The lion statue in the Fountain of the Four Rivers in the square called Navona in Rome – La statue du lion dans la Fontaine des Quatre Fleuves sur la place Navona à Rome – La estatua del león en la Fuente de los Cuatro Ríos en la plaza llamada Navona en Roma – A estátua do leão na Fonte dos Quatro Rios, na praça chamada Navona, em Roma – Die Löwenstatue im Vierströmebrunnen auf dem Platz namens Navona in Rom – Tượng sư tử tại Đài phun nước Bốn con sông ở quảng trường Navona ở Rome

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

I ravioli al ragù dell’Albergo Ristorante Amici a Varese

I ravioli al ragù dell'Albergo Ristorante Amici a Varese Ligure

I ravioli al ragù dell’Albergo Ristorante Amici a Varese Ligure.
Amo mangiare i tipici ravioli dell’entroterra della Liguria di Levante, quelli conditi conil tocco o semplicemente con il ragù.
Per questa ragione cerco sempre di trovare nuovi posti dove poterli assaggiare.
Questi li ho mangiati in un albergo trattoria a Varese Ligure, l’Albergo Ristorante Amici che dal 1760 accoglie chi é di passaggio da queste parti.
I ravioli non erano per niente male!

Vai a vedere il mio articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato i migliori ravioli al ragù della Provincia di Genova di Levante.

Quali sono i più buoni ravioli al ragù per te?
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I ravioli al ragù dell'Albergo Ristorante Amici a Varese Ligure

I ravioli al ragù dell'Albergo Ristorante Amici a Varese Ligure

Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 28.

Dove si trova la trattoria:

La cucina ligure è costituita dai piatti della tradizione culinaria della Liguria, regione fa uso di ingredienti legati sia alla produzione locale (come il preboggion, miscuglio di erbe selvatiche), sia alle importazioni provenienti da zone con cui nei secoli, i liguri hanno avuto frequenti contatti (come il pecorino sardo, uno degli ingredienti del pesto).
Una cucina povera, propria delle genti di campagna, dei montanari e dei naviganti, fatta di alimenti semplici, comuni ed economici, che è tuttavia diventata costosa, ricercata e piena dei fasti antichi.
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Ravioli with ragù from the Albergo Ristorante Amici in Varese Ligure – Les raviolis au ragù de l’Hôtel Restaurant Amici à Varese Ligure – Los ravioles con ragú del restaurante del hotel Amici de Varese Ligure – O ravioli com ragù do Amici Hotel Restaurant em Varese Ligure – Die Ravioli mit Ragù vom Amici Hotel Restaurant in Varese Ligure – Món ravioli với ragù từ Nhà hàng Khách sạn Amici ở Varese Ligure

La spiaggia di Sori in Liguria

La spiaggia di Sori in Liguria

La spiaggia di Sori in Liguria.
Diverso tempo fa ormai ho scattato qeste foto nel bel borgo di Sori.
Ho camminato un pochino lungo la passeggiata che a Ponente passa la piscina ed l’Oratiorio di Sant’Erasmo per avere la vista sulla spiaggia.

Hai mai visto il borgo di Sori?
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La spiaggia di Sori in Liguria

La spiaggia di Sori in Liguria

Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 50.

Il borgo di Sori si affaccia sul mare del Golfo Paradiso, a est di Genova, nella Riviera di Levante, e il territorio comunale si protende nell’entroterra lungo la valle dell’omonimo torrente fino a raggiungere lo spartiacque con l’alta val Fontanabuona raggiungendo la frazione di Pannesi nel comune di Lumarzo. Il territorio è esclusivamente montuoso, e raggiunge gli 894 m con il monte Becco, allo spartiacque con la val Fontanabuona.
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Ecco dove ho scattato la foto:

The beach of Sori in Liguria – La plage de Sori en Ligurie – La playa de Sori en Liguria – A praia de Sori na Ligúria – Der Strand von Sori in Ligurien – Bãi biển Sori ở Liguria

Alcune buonissime sfogliatelle ricce

Alcune buonissime sfogliatelle ricce

Alcune buonissime sfogliatelle ricce.
La sfogliatella napoletana è uno dei simboli più amati della pasticceria partenopea. Questo dolce, che può essere trovato in due varianti principali – la sfogliatella riccia e la sfogliatella frolla – è apprezzato per la sua croccantezza e il suo ripieno ricco e aromatico.
Le origini della sfogliatella risalgono al XVIII secolo, quando fu creata per la prima volta nel monastero di Santa Rosa, sulla Costiera Amalfitana. La ricetta originale prevedeva un ripieno di semola, ricotta, zucchero, frutta candita e aromi, racchiuso in una pasta sfoglia croccante. Successivamente, la ricetta fu perfezionata e portata a Napoli, dove divenne rapidamente popolare.
Sfogliatella Riccia: questa variante è caratterizzata da una pasta sfoglia sottilissima e croccante, che avvolge il ripieno in strati sovrapposti. La preparazione richiede grande abilità e pazienza, poiché la sfoglia deve essere lavorata a lungo per ottenere la giusta consistenza.
Sfogliatella Frolla: in questa versione, la pasta sfoglia è sostituita da una pasta frolla morbida e friabile. Il ripieno rimane lo stesso, ma la consistenza complessiva del dolce è più morbida e meno croccante rispetto alla sfogliatella riccia.
Il ripieno della sfogliatella è un vero trionfo di sapori. Gli ingredienti principali includono semola, ricotta, zucchero, uova, frutta candita e aromi come la cannella e la vaniglia. Questo mix crea un contrasto perfetto con la croccantezza della sfoglia, rendendo ogni morso un’esperienza unica.
La sfogliatella napoletana è perfetta per una colazione golosa o come dolce da gustare in qualsiasi momento della giornata. Tradizionalmente, viene servita calda, appena sfornata, e spolverata con zucchero a velo. Accompagnata da un buon caffè napoletano, rappresenta un vero e proprio rito di piacere.

Io adoro la sfogliatella, e tu?
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Foto scattate con Honor 20.

La sfogliatella (in napoletano: ‘a sfugliatèlla) è un dolce tipico della pasticceria campana e si presenta in due varianti principali: può essere riccia, se preparata con pasta sfoglia, oppure frolla, se preparata con la pasta frolla. Nel 1818, Pasquale Pintauro, pasticciere napoletano, entrò in possesso della ricetta segreta della Santarosa, portando il dolce a Napoli, apportando alcune modifiche alla ricetta, usata fino ad oggi, e introducendo la variante frolla.
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Some very good sfogliatelle ricce – Quelques délicieuses pâtes feuilletées frisées – Unos deliciosos hojaldres rizados – Alguns deliciosos folhados encaracolados – Einige köstliche Blätterteiggebäcke – Một số loại bánh phồng cuộn thơm ngon

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di Copilot, un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale.

Vico del Bottone a Sestri Levante

Vico del Bottone a Sestri Levante

Il vicolo chiamato del bottone nel centro storico di Sestri Levante.
Nel pittoresco centro storico di Sestri Levante, un piccolo e affascinante passaggio è conosciuto come il Vico del Bottone. Questo stretto vicolo, ricco di storia e carattere, offre uno sguardo autentico sulla vita e sulle tradizioni di questa affascinante città ligure.
Il Vico del Bottone deve probabilmente il suo nome a una leggenda locale o forse a una vecchia bottega di bottoni che un tempo si trovava qui. Le botteghe artigiane erano comuni nei vicoli stretti delle città italiane, e questa piccola bottega potrebbe aver servito sia gli abitanti locali che i marinai di passaggio. Col tempo, il nome “Vico del Bottone” è diventato una testimonianza della vita quotidiana e delle attività economiche che caratterizzavano la Sestri Levante di un tempo.
Il Vico del Bottone è un esempio perfetto dell’architettura tradizionale ligure. Le sue strette mura, le facciate color pastello e i balconi fioriti creano un’atmosfera intima e accogliente. Gli archi e i portoni in legno massiccio raccontano storie di tempi passati, mentre i dettagli come gli stipiti in ardesia conferiscono al vicolo un tocco di romanticismo e mistero.
Passeggiando per il Vico del Bottone, si può ammirare la bellezza semplice ma affascinante delle case storiche, molte delle quali risalenti a secoli fa ed una in particolare chiamata Casa delle Viti coperta da una imponente pianta di vite (che si vede in foto). I vicoli stretti invitano i visitatori a rallentare e godersi il ritmo tranquillo della vita in una città ligure.
Nonostante la sua posizione centrale, il Vico del Bottone rimane un luogo di pace e tranquillità. Lontano dal trambusto delle strade principali, questo angolo nascosto offre un rifugio perfetto per chi cerca un momento di serenità. Qui, si può trovare una panchina su cui sedersi e riflettere, godendosi la bellezza e la calma del vicolo.
Visitare il Vico del Bottone è come fare un salto indietro nel tempo. Questo piccolo ma prezioso angolo di Sestri Levante offre una prospettiva unica sulla storia e sulla vita quotidiana della città. È un luogo dove il passato incontra il presente, e dove ogni pietra racconta una storia.
In conclusione, il Vico del Bottone è uno dei tanti gioielli nascosti di Sestri Levante, un luogo che merita di essere scoperto e apprezzato per la sua bellezza e il suo fascino senza tempo. Passeggiando per questo vicolo, si può respirare l’autentica atmosfera ligure e scoprire un pezzo della storia di questa incantevole città costiera.

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Vico del Bottone a Sestri Levante

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Ecco dove si trova esattamente il punto in cui ho scattato la foto:

The alley called del bottone in the historic center of Sestri Levante – L’allée appelée del bottone dans le centre historique de Sestri Levante – El callejón llamado del bottone en el centro histórico de Sestri Levante – O beco chamado del bottone no centro histórico de Sestri Levante – Die Gasse namens del Bottone im historischen Zentrum von Sestri Levante – Con hẻm có tên del bottone ở trung tâm lịch sử của Sestri Levante

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

La bella Porta Fuga nella città di Spoleto

La bella Porta Fuga nella città di Spoleto

La bella Porta Fuga nella città di Spoleto.
La città di Spoleto, situata nel cuore dell’Umbria, è ricca di storia e fascino. Tra i suoi tesori più preziosi si trova la Porta Fuga, un’antica porta che racconta storie di coraggio e resistenza.
La Porta Fuga prende il nome da un episodio leggendario avvenuto nel 217 a.C. Durante l’invasione di Annibale, gli abitanti di Spoleto riuscirono a respingere l’esercito cartaginese lanciando olio bollente dalla vicina Torre dell’Olio. Questo atto di difesa eroica ha dato alla porta il suo nome, che significa “porta della fuga”, in riferimento alla ritirata degli invasori.
Costruita originariamente durante l’epoca romana, la Porta Fuga è stata successivamente modificata nel corso dei secoli. Gli esperti ritengono che la struttura attuale risalga alla fine del XII secolo. La porta è stata sopraelevata nel 1655 in occasione della visita di Cristina di Svezia, e queste modifiche sono ancora visibili oggi.
Oggi, la Porta Fuga non è solo un monumento storico, ma anche un simbolo dell’identità e della resilienza di Spoleto. Passeggiando per Via Porta Fuga, si può quasi sentire l’eco delle battaglie passate e immaginare la determinazione degli antichi spoletini.
Per chi visita Spoleto, la Porta Fuga è una tappa imperdibile. Situata nella prima cinta muraria della città, offre uno sguardo affascinante sul passato difensivo di Spoleto. Non lontano si trova la Torre dell’Olio, un’altra struttura storica che completa il quadro di questa epoca leggendaria.
La Porta Fuga è più di una semplice porta; è un testimone silenzioso della storia di Spoleto. Ogni pietra racconta una storia di coraggio e resistenza, rendendo questo luogo un punto di interesse fondamentale per chiunque voglia scoprire le radici profonde di questa affascinante città umbra.

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Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

Per vedere tutte le foto che ho scattato in città, clicca qui:

Dove si trova la porta:

La via prende il nome dalla porta che faceva parte della cinta muraria della città in età romana, prima dello sviluppo medievale del borgo San Gregorio. Più tardi prese la denominazione di Porta Fuga per alludere all’episodio leggendario della cacciata dell’esercito cartaginese di Annibale sotto le mura di Spoleto (217 a.C.), allontanato dal getto di olio bollente che gli spoletini lanciarono dalla vicina Torre dell’Olio.
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The beautiful Fuga gate in the city of Spoleto – La belle porte d’évasion dans la ville de Spoleto – La hermosa puerta de escape en la ciudad de Spoleto – A bela porta de fuga na cidade de Spoleto – Die schöne Fluchttür in der Stadt Spoleto – Cửa thoát hiểm tuyệt đẹp ở thành phố Spoleto

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La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute.
La calendula, conosciuta scientificamente come Calendula officinalis, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae, amata per i suoi vivaci fiori giallo-arancio. Originaria dell’area mediterranea, la calendula è coltivata in tutto il mondo non solo per la sua bellezza ornamentale, ma anche per le sue straordinarie proprietà medicinali e cosmetiche.
La calendula cresce fino a 70 cm di altezza e presenta foglie lanceolate e leggermente pelose. I suoi fiori, che sbocciano dalla primavera all’autunno, sono composti da petali luminosi e raggianti disposti attorno a un disco centrale. La pianta preferisce luoghi soleggiati e terreni ben drenati, ed è relativamente facile da coltivare, rendendola una scelta popolare nei giardini e negli orti.

La calendula è utilizzata da secoli nella medicina tradizionale per le sue proprietà curative. Alcune delle sue applicazioni medicinali includono:
– Azione antinfiammatoria e cicatrizzante: gli estratti di calendula sono noti per favorire la guarigione delle ferite e per ridurre l’infiammazione. Sono spesso usati in pomate e creme per trattare tagli, abrasioni, ustioni minori e dermatiti.
– Proprietà antimicrobiche: la calendula ha dimostrato di avere effetti antibatterici e antifungini, aiutando a prevenire le infezioni cutanee.
– Sostegno alla salute della pelle: i prodotti a base di calendula sono comuni nella cura della pelle grazie alla loro capacità di idratare e lenire irritazioni. È particolarmente utile per pelli sensibili o affette da eczemi.
– Tisane e infusi: la calendula può essere utilizzata anche sotto forma di tisana, che può aiutare a lenire disturbi digestivi e favorire la digestione.

Oltre alle sue proprietà medicinali, la calendula è molto apprezzata nell’industria cosmetica. Gli estratti di calendula sono spesso inclusi in formulazioni per la cura della pelle e dei capelli. Le sue capacità emollienti e lenitive la rendono un ingrediente ideale per creme idratanti, lozioni, shampoo e balsami. Inoltre, la calendula è utilizzata in prodotti per bambini grazie alla sua delicatezza.
Coltivare la calendula è semplice, il che la rende adatta sia ai giardinieri esperti che ai principianti. Ecco alcuni consigli per la coltivazione:

– Esposizione: pianta la calendula in una zona che riceve pieno sole per ottenere fioriture abbondanti.
– Terreno: predilige terreni ben drenati e fertili. Aggiungere compost può migliorare la crescita.
– Annaffiatura: la calendula necessita di annaffiature regolari, soprattutto durante i periodi di siccità, ma evita i ristagni d’acqua.
– Raccolta dei fiori: i fiori di calendula possono essere raccolti regolarmente per promuovere una continua fioritura. Sono utilizzabili freschi o essiccati per preparare tisane, estratti o unguenti.

La calendula è spesso associata al sole per il suo colore brillante e la sua capacità di seguire il percorso del sole nel cielo. In molte culture, è simbolo di amore, bellezza e fedeltà. Nel linguaggio dei fiori, la calendula rappresenta anche il dolore e la compassione, simboleggiando i sentimenti di chi è in lutto.

In conclusione, la calendula non è solo un elemento decorativo del giardino, ma anche una pianta dai numerosi benefici per la salute e la bellezza. Che venga utilizzata in preparati medicinali, cosmetici o semplicemente come parte di un giardino fiorito, la gialla calendula continua a brillare come un piccolo sole, portando con sé benessere e vitalità.

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La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Il vivaio nel quale sono stato è: Vivai Gaggero a Carasco.

Il nome del genere deriva dal latino Calendae, parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, dato che fiorisce in continuazione più o meno durante tutta l’estate. Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (o Linneo) (1707-1778) nella pubblicazione ” Species Plantarum” ( Sp. Pl. 2: 921 ) del 1753.
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The yellow marigold: a flower of sun and health – Le souci jaune : une fleur de soleil et de santé – La caléndula amarilla: una flor de sol y salud. – O calêndula amarelo: uma flor de sol e saúde – Die gelbe Ringelblume: eine Blume der Sonne und Gesundheit – Cúc vạn thọ màu vàng: loài hoa của mặt trời và sức khỏe

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Il glicine fiorito in primavera a Sestri Levante

Il glicine fiorito in primavera a Sestri Levante

Il glicine fiorito in primavera a Sestri Levante.
Quando in primavera, tra aprile e maggio, il glicine fiorisce si trovano angoli da fotografare veramente magnifici.
Come queste panchine, in passeggiata a mare di Sestri Levante, che hanno questo pergolato di piante di glicine veramente spettacolare.

Hai mai visto questo punto della passeggiata in fiore?
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Il glicine fiorito in primavera a Sestri Levante

Foto scattate con Honor 20.

Dove si trova questo punto:

Le Wisteria crescono avvolgendosi attorno a qualunque supporto sia in senso orario (come W. floribunda) sia in senso antiorario. La collezione di Glicini dei Giardini di Villa della Pergola di Alassio viene considerata oggi la più importante in Italia con circa 40 diverse tipologie della specie Wisteria.
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Wisteria blooming in spring in Sestri Levante – La glycine fleurit au printemps à Sestri Levante – La glicina florece en primavera en Sestri Levante – As glicínias florescem na primavera em Sestri Levante – Glyzinien blühen im Frühling in Sestri Levante – Hoa tử đằng nở vào mùa xuân ở Sestri Levante

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife.
Il Parco Nazionale di Timanfaya, situato nell’isola di Lanzarote nelle Canarie, è una delle meraviglie naturali più spettacolari della Spagna. A pochi chilometri dalla città di Arrecife, questo parco offre un paesaggio lunare unico, caratterizzato da una vasta distesa di vulcani e colate laviche che testimoniano la potenza e la bellezza della natura.
Il parco di Timanfaya copre un’area di circa 51 chilometri quadrati ed è il risultato di eruzioni vulcaniche avvenute tra il 1730 e il 1736, con un’altra significativa eruzione nel 1824. Questi eventi hanno ridisegnato completamente il paesaggio dell’isola, creando oltre 100 vulcani di diverse dimensioni e forme. La forza delle eruzioni ha sepolto interi villaggi e trasformato l’ecosistema, rendendo il terreno sterile ma allo stesso tempo straordinariamente affascinante.
Tra i molti vulcani che popolano il parco, alcuni dei più notevoli includono:
– Montañas del Fuego: Queste “Montagne di Fuoco” rappresentano il cuore del parco. Qui è possibile vedere dimostrazioni geotermiche che mostrano come il calore sotto la superficie sia ancora attivo. Le temperature a pochi metri di profondità possono raggiungere i 400°C.
– Caldera Blanca: con un cratere di circa 1,2 chilometri di diametro, è uno dei vulcani più imponenti del parco. Un sentiero escursionistico permette di raggiungere la sommità e godere di una vista panoramica mozzafiato.
– Montaña Rajada: conosciuta per le sue particolari striature di lava solidificata, offre un esempio perfetto di come le diverse colate laviche si siano sovrapposte nel tempo.
Nonostante il terreno arido e vulcanico, Timanfaya ospita una sorprendente varietà di specie vegetali adattate a condizioni estreme. Le piante succulente e i licheni sono particolarmente comuni. La fauna, sebbene limitata, include alcune specie di rettili, insetti e uccelli che hanno trovato il modo di prosperare in questo ambiente ostile.
Timanfaya è una delle principali attrazioni turistiche di Lanzarote. Ogni anno, migliaia di visitatori esplorano il parco attraverso tour guidati, percorsi escursionistici e gite in cammello. Il centro visitatori offre informazioni dettagliate sulla storia geologica e biologica del parco, oltre a esposizioni interattive.
Le autorità del parco sono fortemente impegnate nella conservazione dell’ecosistema fragile di Timanfaya. L’accesso è regolamentato e ci sono rigide normative per garantire che il turismo non danneggi l’ambiente. La sostenibilità è al centro delle politiche del parco, con misure che includono l’uso di energie rinnovabili e la gestione oculata delle risorse idriche.
Visitare il Parco Nazionale di Timanfaya è un’esperienza che lascia un’impressione duratura. Il paesaggio vulcanico, con i suoi colori cangianti e le forme bizzarre, sembra uscito da un altro mondo. Le dimostrazioni geotermiche e la possibilità di camminare su terreni che ancora pulsano di calore vulcanico rendono la visita non solo un’occasione di svago, ma anche un’opportunità per comprendere meglio le dinamiche del nostro pianeta.

In conclusione, i vulcani di Timanfaya rappresentano non solo un’importante risorsa naturale, ma anche un patrimonio culturale e scientifico di inestimabile valore. Arrecife, con la sua vicinanza al parco, offre una base ideale per esplorare questa meraviglia della natura e perdersi nella bellezza e nel mistero dei suoi paesaggi vulcanici.

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I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

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Il parco nazionale Timanfaya è un parco nazionale esteso sulla porzione meridionale di Tinajo e sulla porzione settentrionale di Yaiza, a Lanzarote, in Spagna. Il parco occupa una parte consistente del quadrante sud-occidentale dell’isola di Lanzarote.
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The many volcanoes of the Timanfaya park in Arrecife – Les nombreux volcans du parc Timanfaya à Arrecife – Los numerosos volcanes del parque de Timanfaya en Arrecife – Os muitos vulcões do parque Timanfaya em Arrecife – Die vielen Vulkane des Timanfaya-Parks in Arrecife – Nhiều ngọn núi lửa của công viên Timanfaya ở Arrecife

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Dei tagliolini freschi al tartufo gustati a Genova

Dei tagliolini fresci al tartufo gustati a Genova

Dei tagliolini freschi al tartufo gustati a Genova.
Sono diventato un amante del tartufo abbastanza recentemente ma ora, tutte le volte che lo trovo in un menú, lo ordino.
Qualche tempo fa ero con mia moglie nel centro storico di Genova e siamo andati a pranzare in questo famoso ristorante.
A parte l’atmosfera molto curata, sfruttando i locali molto antichi in cui sono i tavoli, devo dire che il menú era eccellente e questi tagliolini freschi al tartufo erano veramente buonissimi!

Ti piace la pasta col tartufo?
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Foto scattate con Honor 20.

Questo é il sito del ristorante: labucadisanmatteo.com.

Un tartufo è il corpo fruttifero di un fungo Ascomycota sotterraneo. La maggior parte dei tartufi appartiene al genere Tuber, ma esistono anche altri generi di funghi appartenenti a questa categoria fra cui Geopora, Peziza, Choiromyces, Leucangium e oltre un centinaio di altri. I tartufi appartengono alla classe Pezizomycetes e, tolte alcune eccezioni, all’ordine Pezizales. I tartufi sono funghi micorrizici, e crescono pertanto vicini alle radici degli alberi. La dispersione delle spore dei tartufi avviene grazie ai micofagi, animali che si nutrono di funghi.
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