La trippa, la ricetta

La trippa.
Come molti piatti poveri la trippa viene consumata in tutto il mondo e ogni paese ha molteplici ricette per la sua preparazione. Quando ho potuto farlo ho assaggiato la trippa in tutti i paesi che ho visitato, e sono molti, ma credo che il modo più strano che mi sia capitato sia stato a Hong Kong. Durante il periodo di circa nove mesi che ho avuto la fortuna di trascorrere su di un nave che operava nell’estremo oriente, quando ne ho avuto la possibilità, ho provato i piatti locali, specialmente quelli di Hong Kong dove i ristoranti che servono piatti tipici velocissimi a prezzi molto contenuti sono innumerevoli. Ho iniziato ad apprezzare la cucina orientale sulla nave, assaggiando i piatti della cucina per l’Equipaggio dove ci sono cuochi in grado di soddisfare le esigenze alimentari dei differenti gruppi etnici, religiosi e culturali dei vari componenti del personale. Queste mie curiosità hanno avuto una grande risposta quando ho conosciuto su di una nave un grande Chef cinese che alternava la preparazione di ottimi piatti cinesi alla classica offerta della cucina tipica italiana fatta da un altro ottimo Chef italiano. A Hong Kong, come in quasi tutta l’Asia, si può mangiare qualunque cosa in qualsiasi momento ed io approfittavo di ogni mezz’ora per poter uscire ad assaggiare qualche piatto. Naturalmente non uscivo da solo ma con un mio collega cinese che mi guidava nella scelta dei piatti dopo avermene descritto la composizione e, tornando alla trippa, che viene consumata in abbondanza anche nella cucina cinese, venni incuriosito da una zuppa di verdure varie con i classici “noodles” di riso, arricchiti da abbondanti pezzi di trippa caramellati. Questa trippa era così buona che chiedevo che nella tazza ne mettessero doppia porzione…

Come in tutte le regioni d’Italia anche in Liguria la trippa fa parte della cucina povera ed in casa nostra, a parte mio figlio, la consumiamo tutti con piacere. Devo dire che la trippa, sia che sia alla parmigiana, alla milanese, alla toscana, eccetera, viene fondamentalmente preparata alla stessa maniera e pertanto vi descriverò come la prepariamo in casa mia.

Prima di tutto mi procuro la trippa della migliore qualità possibile da un macellaio di fiducia o, meglio, da una tripperia di Chiavari l’unica rimasta e che ha una tradizione molto antica. Per quattro persone mi faccio preparare circa un chilo di trippa mista… lo so che è molta ma bisogna ricordare che la trippa che si compera ha già subito una pre-cottura anche se breve e che contiene molta acqua.

Faccio poi un fondo abbastanza grossolano con cipolla, sedano, carota e uno spicchio d’aglio, metto ad ammollare pochi fungi secchi e preparo a parte quattro belle patate, un poco di concentrato di pomodoro, qualche oliva taggiasca, una manciatina di pinoli. Su di un fornello metto a scaldare un po’ di brodo di carne (o lo faccio direttamente con un po’ di verdura).

Dopo aver fatto soffriggere dolcemente il fondo nell’olio extra vergine (non molto) aggiungo le trippe tagliate molto fini, salo leggermente e lascio che fuori esca tutta l’acqua in esse contenuta. Dopo questa operazione vi renderete conto che, in fondo, il chilo di trippa si sarà molto ridotto… ma non vi preoccupate perché andranno ancora aggiunte le patate…

Una volta che la trippa si sarà ben insaporita la bagno con poco vino bianco e lo lascio evaporare. Aggiungo poi un po’ di brodo caldo, il concentrato di pomodoro, i funghi secchi ammollati e tritati, le olive, i pinoli e le patate tagliate a cubi grossolani. Lascio cuocere a fuoco moderato controllando la cottura e aggiungendo brodo se necessario. La trippa sarà pronta quando le patate saranno cotte. Prima di servirla aggiungo un po’ di prezzemolo tritato. A tavola per chi piace, si può aggiungere il formaggio grattugiato.

La foto è stata presa dal sito Pixabay che offre immagini gratis online.

Tagliatelle with mushroom sauce, the recipe

Tagliatelle al sugo di funghi

Tagliatelle with mushroom sauce.
One of the tastiest and simplest sauces there is: mushroom sauce, this time seasoning a nice plate of tagliatelle.

This is the recipe and Loris' anecdotes:

Dried mushroom sauce.

This sauce, very different from the one made with fresh mushrooms, is part of the inland tradition.
Nowadays you can see tagliatelle with porcini mushrooms on the menus of certain restaurants but, at least in the hinterland of the Riviera di Levante, these are the excellent tagliatelle with dried mushrooms that are part of the old tradition of these parts and are made with the addition of tomato sauce. Therefore, apart from being in mushroom season, if this dish is served without tomato, the mushrooms used are certainly frozen, perhaps with the addition of a few pieces of dried ones to give them a little more aroma.
Years ago I had a friend from Santo Stefano d'Aveto, now deceased, who was a great trader of dried mushrooms and it is difficult to imagine what a large market there is behind this product... I remember that this friend had a refrigerated warehouse where he kept tons of dried mushrooms that came from all over Europe and that he also kept for many months to sell them when the season and the prices were more favorable.
Now many anecdotes related to mushrooms come to mind but I don't want to bore you with these memories of mine. A particular memory is from many years ago when I was in Sicily doing my military service and I had a Calabrian comrade whose family traded in fresh mushrooms. Once, during a short leave, I went with him to his village, Stilo, at a warehouse of his family there were tons of fresh mushrooms that were brought by the locals. The mushrooms were divided by size, quality, type and then treated by wise women who prepared them to be taken to the city and sent to the markets, others were prepared to be put in oil and others were dried. Evidently, in the early seventies, there was not yet the possibility and culture of freezing.

Here, in many restaurants in the first hinterland, excellent dishes of tagliatelle with dried mushrooms (with tomato) are served, as an alternative to the traditional dishes of ravioli with Genoese ragù or pansotti with walnut sauce.

The recipe for making the sauce with dried mushrooms is very simple.
First of all you need good quality mushrooms and it is not essential to choose the most expensive ones but the most fragrant ones. I leave the dried mushrooms to soak for a short time in cold water, which I change after a couple of minutes to eliminate any residue of soil and leaves and replace it with more cold water. Separately I fry in the right amount of extra virgin olive oil a little finely chopped onion, a head of garlic, a lightly chopped rosemary and a couple of bay leaves. I then add the mushrooms soaked in the water and chopped to the soffritto. As soon as the mushrooms have warmed up I bathe them lightly with a little white wine, add the right amount of pureed tomatoes and a little salt. When the sauce begins to brown (it is not a long cooking time) I add, if necessary, a little of the second water in which I soaked the dried mushrooms. At the end, I measure and adjust the salt and add a very finely chopped parsley.

I also like to add a little hot chili pepper to the soffritto.

Tagliatelle al sugo di funghi

Tagliatelle al sugo di funghi

Photo taken with Canon 600D and lens Canon EF 40.

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Ravioli alla salsa di noci: la ricetta

Ravioli alla salsa di noci

Ravioli alla salsa di noci: la ricetta.
La variante ai più classici pansotti sono i ravioli di magro alla salsa di noci. Piatto tipico ligure dal gusto inconfondibile.

Al di fuori dalle nostre parti ho visto preparare questa salsa in tanti modi ma qui da noi, o meglio, nel nostro entroterra rivierasco, la salsa di noci si accompagna agli ancora più classici “pansotti” o “pansoti”: ravioli o ravioloni di verdure di diverse forme che possono essere piccoli come ravioli o grandi e chiusi come tortelloni ma, comunque, preparati con la pasta povera di uova tipica ligure e farciti con erbe selvatiche, ricotta, uova e formaggio grattugiato.
Questa pasta è nata a Rapallo e nel suo entroterra per poi espandersi a tutta la provincia di Genova. Ho un caro ricordo della famiglia Valle che aveva una vecchia e piccola trattoria nella valle di Ne’, a Frisolino. Il nonno era una saggio conoscitore di caccia e della sua campagna (conosciutissimo in tutta la vallata e a Chiavari). Il primo figlio che aiutava anche lui in trattoria, il secondo figlio scapolo, specialista nella preparazione del coniglio, ed il piccolo Enrico che adesso è un uomo adulto, sposato con famiglia. La perla di questo gruppo di uomini era però la mamma di Enrico, moglie del primo figlio, grande cuoca della cucina povera e saporitissima dell’entroterra. Adesso che la trattoria non esiste più e che tutto il gruppo familiare è a cucinare nelle valli del paradiso, prima di parlare dei piatti che la signora Valle preparava, posso raccontare alcuni annedoti…

Non si poteva pensare a “da Valle” come ad una vera trattoria ma piuttosto come ad una riunione in famiglia assieme ad altri ospiti/amici e questi ricordi sono vivissimi perchè negli anni mi capitò di tutto: le posate erano tutte assortite, come i tovaglioli e poteva capitare che, come le tovaglie, fossero bucati o rotti ma comunque sempre pulitissimi. Un’altra volta, che avevo ospiti, fummo accolti dallo zio preparatore del coniglio, seduto sul gradino d’entrata, che si stava mettendo le scarpe e che, imperturbato ci salutò dicendo che il coniglio era pronto… Tra tutti, Enrico a parte, avranno avuto una trentina di denti. Le relazione pubbliche erano del nonno e del furbissimo Enrico mentre il primo figlio serviva ai tavoli. La grandezza di questo locale consisteva nella cucina, negli ingredienti poveri, nella parsimonia dell’olio fatto in famiglia ma specialmente nella grande maestria di quella donna con poco preparava cose eccelse. Il menu era sempre lo stesso: antipasto di salumi fatti in casa, pansotti alla salsa di noci, ravioli al sugo in cui spesso si vedeva una colombina o un altro fungo messo per arricchire la salsa, arrosto o cima o fritto misto di carne (poca) e verdure (tante e squisite) e un dessert fatto in casa.

I pansotti erano fatti come i ravioli ma lunghi il doppio e un po’ più larghi e la salsa profumava di un aroma che è poi il trucco che non viene mai citato nella sua preparazione.

Adesso torniamo alla salsa di noci. Per la sua praparazione necessitiamo di buone noci, pane ammollato nel latte e poi strizzato, poco aglio e poi l’aroma finale… a me piace pestare tutto nel mortaio ma si può usare anche il frullatore ad immersione ma poco alla volta per non scaldare la salsa. Io immergo per una trentina di secondi i gherigli nell’acqua bollente e appena tolti li metto subito sotto l’acqua fredda per poi pelarli con maggiore facilità. Intanto strizzo la mollica di pane messa a bagno nel latte e l’aggiungo alle noci, un poco d’aglio senza l’anima interna, poco sale e l’aroma tipico ligure, la erba persa, che a me piace abbondante. Proprio come faceva la signora Valle. Dopo aver pestato bene ed amalgamato il tutto mescolandolo con ottimo olio extravergine d’oliva ligure e la salsa è pronta. A me non piace aggiungere, come fanno in molti, il formaggio grattugiato per insaporire ed allungare la salsa ma allungarla con mezzo cucchiaio d’acqua di cottura e poi ma mettere il formaggio sulla pasta dopo averla servita. Buon appetito!

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Ravioli alla salsa di noci

Ravioli alla salsa di noci

Photo taken with Canon 600D and lens Canon EF 40.

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Vicoli di Genova

Vicoli di Genova

Vicoli di Genova.
Il centro storico di Genova, uno dei più vasti ed antichi d’Europa, ha un suo fascino immutato. Molto spesso, come in queste foto, da una strada principale spuntano questi vicoletti un po’ cupi attraverso i quali ci si può immergere in dedali di stradine, negozietti e fondi.

Queste sono due vicoli (via Chiabrera e vico Valoria) che si vedono camminando in via San Lorenzo.