Risotto con sugo di aragosta, la ricetta

Risotto con sugo di aragosta, la ricetta.
Lo chef di casa (mio papà) ha nuovamente stupito tutti con un piatto eccezionale: un risotto con sugo di aragosta.

Ed ecco la ricetta dello chef Loris:

Questa è una lavorazione un po’ lunga ma che può essere fatta anche con una aragosta surgelata.
Innanzi tutto divido l’aragosta in due pezzi per lungo quando è ancora surgelata e la metto subito in padella con poco olio dove ho fatto soffriggere uno spicchio d’aglio.
Faccio rinvenire l’aragosta a fuoco basso per recuperare i succhi che si disperderebbero con il ghiaccio della surgelazione e la lascio raffreddare. Una volta fredda recupero la polpa centrale e tutta quella contenuta nelle zampe e nella testa e la metto da parte.
Rimetto la padella sul fuoco con tutti gli scarti ossei ed il liquido della prima cottura; una volta caldi li bagno con poco cognac che lascio evaporare, aggiungo un poco di passata di pomodoro (meglio fresco) e lascio cuocere per poco tempo aggiungendo acqua calda perché bisogna ricordare che tutta la salsa e la polpa continueranno ancora a cuocere nel risotto… Poi passo tutto al setaccio.

A questo punto inizio la classica preparazione del risotto: nel fondo di cipolla tritata molto fine e soffritta in poco olio d’oliva, faccio tostare il riso arborio, bagno con vino bianco e, una volta evaporato, aggiungo la polpa tritata e la salsa. Aggiungo ancora poca acqua calda, copro la pentola con il risotto e lascio cuocere a fuoco basso per venti minuti circa controllando che non attacchi ed eventualmente mescolando molto lentamente con un cucchiaio di legno. A cottura ultimata ed a fuoco spento faccio mantecare con ancora un poco d’olio d’oliva, aggiungo un po’ di prezzemolo tritato e servo su piatti ben caldi.

La foto, probabilmente, non rende molta giustizia al piatto ma eccola:

risotto con sugo di aragosta

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I ravioli fatti in casa da mia mamma

Ravioli fatti in casa

I ravioli fatti in casa da mia mamma.
Ravioli fatti in casa sono un must in Liguria.
Un lavoro stancante e lungo quello di preparare in casa i ravioli.
I risultati però sono impagabili.

L’impasto (farina e uova):

Ravioli fatti in casa

Il ripieno (erbe selvatiche e ricotta):

Ravioli fatti in casa

Poi si stende il ripieno tra le sfoglie tirate con la classica macchinetta a manovella oppure, se vi piace di più, a mano:

Ravioli fatti in casa

Ravioli fatti in casa

Ravioli fatti in casa

Ed infine, con una rotella dentata, si da la forma a questa delizia:

Ravioli fatti in casa

Il raviolo è un prodotto tipico della cucina italiana. Si può descrivere come un quadrato o tondo di pasta all’uovo ripiegato a contenere un ripieno a base di carne, di pesce, di verdure o formaggio, a seconda delle varie ricette locali. Il raviolo può essere servito in brodo o asciutto accompagnato da sughi o salse. La scelta dipende anche dal tipo di ripieno.
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Norwegian Salmon, the recipe

Norwegian Salmon.
This morning I went to the supermarket and I saw, among the ugly and very expensive fish, a nice salmon, medium sized, excellent looking and reasonably priced. I modestly have some experience with salmon, which I have fished both in Alaska and Norway, of which I have seen the artificial insemination, the breeding, the preparation of fresh fish for export and the various smoking systems. Later on, maybe I will show you some photos I took in Norway…

Well, coming to us and looking at the salmon I bought one of about a kilo and a half and I thought of suggesting to Marietto a wonderful system of preparation of this extraordinary fish, rich in delicious fats, light and tasty: raw Norwegian salmon.

To make this preparation you need a medium/large fresh salmon: if you are not convinced of the freshness of the fish you see on display, you can find out about the next arrival and you can rest assured because the salmon arrives by plane daily from Norway, very fresh and already gutted. If you are not able to do this, ask the shop assistant to scale it, remove the head and fillet it by removing the central bone. Once home, with tweezers, patiently remove the bones that are near the head, even the soft ones, which are under a white skin, remove this too and wash the fish well under running water. Then take a few tablespoons of fine salt and sprinkle generously but not too much on one of the two fillets (which are called whiskers) and then, with other tablespoons of sugar (the sugar must be a little less than the salt) and sprinkle the same fillet again. Then, carefully place the second fillet exactly on top of the one sprinkled with salt and sugar. Now wrap the fish in a cloth or towel, place it on a plate that can contain the water that the fish will lose and put it in the refrigerator. Every day, for three days, remove the plate from the refrigerator and throw away the water that has come out but without opening the cloth. The third time, after having let out the last water, open the package, and you will see that the salmon will have a nice color and there will be no more salt or sugar that will have been absorbed by it. Now, if you want and according to your tastes, put on one half plenty of wild fennel or pink and green peppercorns, put the two sides back together and put the fish back in the fridge for another couple of days, after which the marinated salmon will be ready to be eaten, without adding anything, neither oil nor lemon.
Marietto, who is alone, freezes one side and starts eating the other half, slicing it flat starting from the tail as if it were smoked. The raw Norwegian salmon, in fact, will be compact and of a splendid pink color as if it were smoked but it will be less salty and very tasty, especially if sliced ​​and eaten together with the wild fennel and peppercorns. This excellent fish can be served with vegetables, can be part of an excellent salad, can be used for canapés or, more simply, put in a sandwich, which perhaps you have first spread with Philadelphia cheese and with the addition of some onion rings. Marietto is satisfied and, if he can resist without eating it, he thinks of using the other half that he has frozen to surprise his friends for Christmas lunch... and what a saving compared to smoked salmon!!!

Ingredients: a fresh salmon of about one and a half kilos; about 80 grams of salt, about 60 grams of sugar, a bunch of wild fennel, pink pepper and green pepper according to taste.

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Cotoletta alla milanese, la ricetta

Cotoletta alla milanese.
Questa sera Marietto vuole mangiare una bella cotoletta alla milanese, con patate fritte (vere) ed una insalata di pomodori. Nell’intervallo del pranzo ha comperato 300 grammi di fettine di vitellone, qualche patata ed un paio di pomodori.

Arrivato a casa, grattugerà un po’ di pane secco con la grattugia del formaggio, passandolo poi al setaccio per eliminare i pezzi più grossi e sbatterà bene un uovo intero a cui aggiungerà un po’ di sale.

Marietto sta poi pensando a come erano buone le patatine fritte che faceva la mamma, pertanto sbuccia due patate, le lava bene e le taglia a fatte come faceva la mamma. Affetta poi i pomodori e li condisce con sale, aceto e olio. spiana poi bene la carne, la passa nell’uovo e poi nel pane grattugiato. Mette poi sul fuoco una prima padella con abbondante olio per fare friggere le patate (che impiegano a cuocere più della carne) e poi un’altra padella per la carne, facendo cuocere con attenzione affinché non bruci. Salerà bene le patate una volta cotte e le metterà su di una foglio di carta per asciugare eventuali residui di olio di frittura, farà lo stesso con la carne.

Buon appetito.

Adesso voglio darvi alcuni consigli: se ieri vi è avanzata un po’ di salsa di pomodoro, la conserverete coperta in frigorifero oppure la metterete nel freezer, dentro in una formina per cubetto di ghiaccio o in un bicchiare di plastica chiuso. La userete quando vorrete, scaldandola semplicemente in una padella aggiungendovi un cucchiaio d’acqua.

cotoletta e patatine macro

Salsa di pomodoro rapida e frittata di carciofi, la ricetta

Salsa di pomodoro rapida e frittata di carciofi.

Ed eccoci al primo appuntamento con Marietto…

Marietto è un single, con un lavoro che lo tiene fuori casa tutto il giorno ma che ha il tempo, tutti i giorni, di fare una piccola spesa. Alla sera, una volta a casa, si potrà preparare una piatto caldo.

In una dispensa non deve mai mancare: 1 bottiglia di olio extra vergine, un pacco di spaghetti, un paio di barattoli di pelati, una cipolla, una testa d’aglio, un po’ di frutta, uno spicchio piccolo di formaggio grana. Poi, un po’ di frutta ed un po’ di verdura da tenere in frigorifero, qualche uovo, un paio di limoni ed una confezione di latte.

Questa sera Marietto, al ritorno dal lavoro, si preparerà un bel piatto di spaghetti al pomodoro ed una frittata di carciofi, pertanto vedremo la ricetta per fare una rapida e ottima salsa di pomodoro, come si puliscono i carciofi e poi come si prepara una frittata. Per dare una base al lavoro scriverò sempre ricette per due,  quattro o più persone ma lo indicherò ogni volta

Salsa di pomodoro rapida (per 4 persone)

Innanzi tutto sarebbe perfetto utilizzare pomodori freschi ma, fuori stagione, è meglio usare i pelati. Comunque i pomodori freschi devono essere ben maturi (per esserne certi, una volta aperti, la parte interna deve essere ben rossa come l’esterna, i semi ben formati, senza parti bianche o verdognole). Per quattro persone sei bei pomodori freschi dovrebbero essere sufficienti altrimenti due scatole di pelati. Per Marietto un paio di pomodori o una scatoletta di pelati sarebbero sufficienti…

Lavate bene i pomodori, apriteli e schiacciateli un pochino per fare uscire i semi e tagliarli a cubetti con la pelle. Se sono pelati estrarli dalla scatola e schiacciarli un poco per fare uscire i semi ma senza esagerare. Tagliare poi il più fine possibile mezza cipolla e metterla a soffriggere a calore moderato in una dose giusta di olio d’oliva; mentre la cipolla soffrigge tritate uno spicchio d’aglio e aggiungetelo, ma solamente quando la cipolla inizierà ad ammorbidire. Se li mettete nella padella assieme, la cipolla rimarrà cruda e l’aglio bruciato. A questo punto aggiungete i pomodori tritati, mescolate e lasciate cuocere per dieci minuti o poco più: la salsa è pronta.

Frittata di carciofi (per 4 persone)

Scegliere 6/7 carciofi, che dovranno essere ben sodi al tatto, ben chiusi, con le foglie ed i gambi freschi. Preparare un contenitore con acqua fredda nella quale avrete messo il succo di mezzo limone, che conserverete. Per pulire i carciofi, bisogna tenere presente che le parti migliori sono il fondo e l’interno del gambo: le individuerete facilmente perchè ambedue sono più chiare. Tagliate poi i gambi e teneteli da parte. Tagliate via la punta di ogni carciofo a tre quarti circa della sua lunghezza. Con un coltello ben affilato cominciate a tagliare via le foglie dure iniziando dal fondo e girando il coltello come se sbucciaste una mela intera, ma fate con attenzione per non buttare via la parte interna. Una volta pulito esteriormente ogni carciofo, tagliatelo a metà. Mettete una metà nell’acqua e limone e dividete la seconda in due, togliendo poi dal centro tutta la peluria. Continuate la seconda metà facendo sempre attenzione a tenerli il più possibile a bagno. Una volta affettati i carciofi, procedete con i gambi, dei quali conserverete solamente la parte interna, quella più chiara e tenera. Mette poi sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e immergete a cuocere i carciofi a freddo, assieme con il mezzo limone già spremuto. A seconda della durezza, i carciofi cuoceranno in circa 10 minuti, pertanto, nel frattempo preparerete la frittata.

Sbattete bene 6 uova ed aggiungete loro, sempre sbattendo, sei bei cucchiai di grana grattugiato e un mezzo bicchiere di latte. Salate e pepate. Una volta cotti i carciofi, tagliateli a listarelle assieme con i gambi ed aggiungeteli alle uova mescolando bene.

Fate poi scaldare poco olio d’oliva in una padella antiaderente della misura giusta ed aggiungetevi il composto. Aumentate il fuoco e fate cuocere da una parte. Per girare la frittata, toglietela dal fuoco, con calma, metteteci sopra un piatto che la copra e, magari sul lavandino, giratela con un movimento rapido e sicuro; rimettela poi sul fuoco per farla cuocere dall’altra parte. Una volta cotta, mettetela sul piatto che avrete utilizzato per girarla, cercando di asciugare il più possibile i residui di olio che vi rimarranno.

Note:

  • i carciofi, una volta tagliati devono rimanere il più possibile in acqua e limone per non diventare neri e lo stesso dicasi per il mezzo limone aggiunto mentre cuociono
  • girare la frittata non è facile, pertanto consiglio di provare qualche volta mettendo nella padella un po’ di pasta cruda e girarla poi nel piatto

Ciao a tutti e buon appetito.

La foto dell’anteprima è stata scaricata da Pixabay.com

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In cucina

In cucina

Cari ragazzi,
Sono Loris, il padre di Luca. Mio figlio mi ha chiesto di inziare una rubrica sulla cucina e sul cibo… ed io stò seriamente pensando di accontentarlo, scrivendo, quando potrò, alcune notizie, informazioni e curiosità sulla cucina… Parleremo anche di ricette di cucina italiana ed internazionale ma, più che altro, vorrei cercare di aiutarvi nel districarvi attraverso questo campo che oggi è così di moda e che offre una gamma infinita di sfaccettature e sul quale nessuno, dico nessuno, può pretendere di dire di conoscerne abbastanza. Io sono oltre 40 (dico quaranta) anni che cerco di districarmi attraverso cucine, ristoranti, cuochi, prodotti e generi alimentari di ogni tipo e vi posso garantire che ogni giorno imparo qualche cosa di nuovo.
Mi rendo perfettamente conto che i giovani, oggi, hanno pensieri e problemi più importanti da risolvere ma so anche che, quando si arriva al momento in cui sapersi districare in una cucina può risolvere un problema, ci si trova impreparati e spesso con idee teoriche che non servono a nulla all’atto pratico.
All’inizio cercherò di mettermi nei panni di un “single” per il quale saper cucinare può risolvere molti problemi, anche economici e poi parlerò di cose più importanti, come cucinare per gli amici o come saper distinguere un ristorante da un altro. C’è infatti molta differenza tra la cucina di casa e quella professionale ma ambedue non devono mai discostarsi da alcuni punti di partenza fondamentali: la qualità dei prodotti usati deve essere la migliore possibile, i prodotti devono essere conservati nel miglior modo possibile ed infine tener sempre presente che una cucina pulita ed organizzata è la caratteristica base di vuole e sà cucinare bene.

Normalmente, quando parlo di cucina in pubblico, dico sempre che ogni maschio italiano è:
– allenatore della nazionale di calcio
– il migliore autista
– uno Chef di cucina
– e poi un’ultima cosa che non posso scrivere ma che tutti capirete senz’altro…
Per poter cucinare è necessario amore, voglia, fantasia ma, prima di tutto, conoscere le regole base ed essere puliti, altrimenti il tempo che si risparmia per cucinare un piatto si perde per pulire la cucina…
Immagineremo pertanto ciò che si troverà di fronte un Single tipo, che chiameremo Marietto e che tutti i giorni si troverà di fronte un problema da risolvere, cucinandosi almeno un piatto caldo, rapido ma che lo soddisfi e che non costi troppo.

Arrivederci presto!

Spaghetti with Genoese pesto, the recipe

spaghetti al pesto

Spaghetti with pesto, the recipe.
Maybe it's not the official type of pasta to accompany Genoese pesto (trenette or trofie) but making a plate of spaghetti seasoned with that wonder that nature offers us in these parts is spectacular all the same!
And then it's so simple: basil, oil, salt, garlic, pine nuts and cheese.
And tell me I'm not right...

And here is Loris' recipe for spaghetti with pesto:

The basic ingredients of this typical Ligurian sauce are basil, garlic, olive oil, grated cheese and pine nuts.
Now I want to describe some details about some of these ingredients, details that are accompanied by memories of my childhood and of my maternal grandparents, true Ligurians of the eastern Riviera.

– Basil. Nowadays we rightly talk about the basil of Prà which has the perfect characteristics for pesto but once they didn’t even know what it was: my grandfather used to say that the perfect basil without the bad smell of mint had to grow in the shade and that its flowers had to be removed as soon as they sprouted. How could they make pesto on the western and eastern coasts?

– Pine nuts. My grandfather would collect pine nuts under an old pine tree near the house, break their shells and store them in a jar. However, the quantity of them in the pesto was always very limited… When they were finished, my grandmother would buy them an ounce at a time, that is, 25 grams!

– grated cheese: for my grandfather, born in 1886, “cheese” was only Sardinian. He bought one form at a time of the half-aged one, which was consumed sparingly at the table. At the end of the form, the little piece that remained and which in the meantime had become nice and hard was used for cooking, to put on pasta and to make pesto.

– The olive oil must necessarily be Ligurian, due to its characteristics of lightness and fragrance.

Enjoy your meal!

Here I leave you a nice video recipe of GialloZafferano.

spaghetti al pesto

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