Le acciughe marinate al limone: la ricetta

Acciughe al limone

Le acciughe marinate al limone: la ricetta.
Uno dei piatti tipici della Liguria sono le acciughe al limone.

Ho raccolto molti limoni che la pianta del mio giardino mi ha, come al solito, abbondantemente regalato ed ho visto nella mia pescheria di fiducia delle belle acciughe nostrane, non grandissime, ma già di dimensione accettabile e così ho preparato le prime acciughe al limone della stagione.

Voglio descriverne la preparazione che imparai molti anni fa da una signora quasi analfabeta. Una grande donna che faceva la lavapiatti per mantenere tutta la famiglia e che aveva un grande talento per la cucina.

Prima di tutto scegliete le acciughe che devono essere freschissime e di misura abbastanza grande.

Poi con calma dopo aver tolto la testa ai pesci e, con essa, le interiora o la maggior parte di esse, mettete le acciughe in un recipiente con uno spiffero d’acqua corrente e lasciatele sotto questo spiffero per almeno dodici ore.
Fatta questo operazione vedrete che le acciughe saranno diventate bianche, sode e si saranno leggermente aperte per permettervi di rimuovere le lische senza romperne le carni lasciando però la coda attaccata ai pesci.
A questo punto, per seguire le attuali regole di sicurezza alimentare, mettete il pesce ben ordinato in un recipiente che lascerete nel congelatore per almeno 48 ore per poter eliminare definitivamente eventuali parassiti che potrebbero contenere.
Passato il tempo richiesto consiglio di fare ritornare il pesce ad una temperatura che permetta di maneggiarlo lasciandolo nel frigo normale onde evitare che lo shock termico ne guasti la delicatezza delle carni e poi procedere con la preparazione. Anche questa è una operazione molto delicata che va fatta con attenzione e precisione.

Innanzi tutto spremete una buona quantità di limoni e tenete a portata di mano un contenitore di sale fino ed un recipiente basso e abbastanza largo da poter contenere le acciughe messe a più strati sovrapposte. Cospargete leggermente il fondo del contenitore con sale fino e adagiatevi sopra uno strato di acciughe. Fatto questo cospargete ancora con un poco di sale e poi coprite con succo di limone. A questo punto fate un altro strato di acciughe che metterete, sempre con grande attenzione, una sopra l’altra, salando ancora leggermente e coprendo ancora con limone… e continuate questa operazione fino ad esaurimento del pesce e fate in modo che il succo di limone lo copra completamente. Mettete poi il contenitore coperto in frigorifero e lasciatevelo per 24 ore. Passate le 24 ore prendete il contenitore e, sempre con molta attenzione per non far muovere il pesce, scolate completamente il limone ed sostituitelo con olio d’oliva.
Sopra tutto cospargete un poco di origano ben fino.
Le acciughe sono pronte.

N.B. Lo so, questa preparazione é lunga e faraginosa e si può abbreviare molto; si può utilizzare aceto invece del limone o fare altre manipolazioni ma la ricetta che vi ho proposto è senz’altro la migliore che io abbia mai visto anche se è la più lunga, difficile e cara…

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Acciughe al limone

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Fritto di pesce semplice semplice

Fritto di pesce semplice semplice

Fritto di pesce semplice semplice.
Non è la prima, e non sarà l’ultima, immagine di un fritto di pesce semplice semplice: acciughe (aperte) ed anellini di calamari. Anche se la foto è stata scattata a fine maggio l’ho ripescata per oggi.

Fritto di pesce semplice semplice

A proposito di pesce: vi invito a guardare il video seguente che vi racconta la sera di Camogli anche se il fritto della foto è molto diverso da quello tipico di Camogli:

Se siete nella zona del Tigullio non potete perdere questa sagra.

Acciughe sotto sale, la ricetta

Acciughe sotto sale

Acciughe sotto sale, la ricetta.
Questa mattina ho preparato un piattino di acciughe salate e più avanti vi spiegherò come ho fatto. Mentre pulivo le acciughe che misi sotto sale la scorsa estate mi è venuto in mente l’operazione della salatura che faceva mio nonno materno mentre io, bambino, lo osservavo con attenzione. Questa è una storia un po’ lunga ma se avete voglia di leggerla desidero narrarvela… Bisogna andare molto Indietro negli anni, quando il nonno mi raccontava queste storie. Lui ed i fratelli erano molto giovani e vivevano presso la cascata, a Riva Trigoso, zona ponente. La vita era dura e i cantieri erano ancora agli albori pertanto i mezzi per sopravvivere erano veramente limitati: molti uomini andavano a navigare altri sopravvivevano facendo i contadini/pescatori perché sia la terra che il mare, da soli, non permettevano di sopravvivere e la gente si doveva adattare facendo i due mestieri. Questo è appunto quello che facevano mio nonno ed i suoi fratelli, soprannominati i “buluin”.  D’estate, pertanto, si dedicavano alla pesca delle acciughe che veniva fatta sotto costa, seguendone i banchi verso le cinque terre. La barca era un gozzo a vela latina, la rete si chiamava “manata” e la pesca avveniva piu o meno come oggi ma senza l’aiuto della lampara; prima della partenza le donne preparavano i barilotti di sale ed pescatori seguivano la costa pescando e salando, finché i barilotti non erano pieni di acciughe e si poteva così ritornare a casa. Di notte si fermavano nei porticcioli, mangiando pesce con quel poco che ricevevano scambiando i pesci di maggiore qualità che rimanevano nelle reti con le acciughe con gallette e verdura, mentre il vino e l’olio (e spesso anche le gallette) le portavano da casa. Nacquero così, per necessità, molti piatti che poi divennero tipici della nostra cucina, il più conosciuto dei quali è il “bagnun”. Mi sembra di vederlo mio nonno quando, dopo aver tolto loro la testa, adagiava nell’arbanella di vetro uno strato di acciughe, testa e coda, alle quali alternava un sottile strato di sale grosso. La meticolosità con cui eseguiva questa operazione era la garanzia di uno prodotto finito di qualità. Dopo alcuni mesi le acciughe erano mature per essere consumate.

La preparazione della acciughe cerco di farla come faceva il nonno anche se non sono sicuro se anche lui eseguisse la stessa procedura: prima tolgo con cautela il pesce dall’arbanella. Poi cerco di togliere con calma dalle acciughe più sale possibile e le lavo leggermente con una miscela di aceto appena allungato con acqua aprendole per togliere loro la lisca. Anche questa operazione va fatta con cautela cercando di non rompere il pesce. Alla fine tolgo dai filetti eventuali piccole lische o residui di sale e poi li strizzo per far uscire i residui di aceto e li adagio su di un piatto che ho bagnato con olio d’oliva extra vergine. Spargo poi sui filetti poco aglio tritato ed origano ed infine copro ancora con olio d’oliva. Il piatto è pronto. Buon appetito.

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Acciughe sotto sale

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Anchovies with peas, the recipe

Acciughe con piselli

Anchovies with peas, the recipe.
This morning I found, in the Leripesca shop in Sestri Levante, some beautiful local anchovies and some childhood memories came back to me. The anchovy, for me, is the princess of the kingdom of blue fish, in turn on the pedestal among the products of the sea. The anchovy can be prepared in a thousand ways, both cooked and raw (in this case after 96 hours in the freezer); the local one is seasonal but it is in the month of May, when the water is still fresh, that it is the right size and that for me lends itself best to the preparation with peas, also seasonal. Once again I do not know if the recipe I am about to describe is the true Ligurian one but it is the one that an aunt of mine used to prepare, considered the most thrifty among the very thrifty women in my maternal family. As a child I often went to this aunt of mine, the wife of a brother of my grandmother who, like the whole family, lived in the first hinterland where the fishmongers came with the cart and the boxes of blue fish caught during the night and who called the women to sell them the very fresh catch. At this moment I smile because I think of my aunt, a beautiful woman, tall, thin with wavy blond hair and very clear blue eyes, who died at 96 years old... My aunt went to buy anchovies for the family, composed of four adults but she did not ask for a weight, like half a kilo, but a number, no more than 15/16 depending on the size. To the anchovies she added so abundant peas from the garden and pieces of dry bread, saved from the little that was left over and that was usually part of the mash for the chickens. Here is the very simple recipe for 4 people:

About 800 grams of anchovies, 300 grams of fresh peas, shelled, a little tomato paste, half an onion, a clove of garlic, extra virgin olive oil, a few tablespoons of white wine.

Separately, lightly cook the peas in boiling salted water. In a low pot, preferably terracotta, fry the chopped onion and garlic in oil, add a little wine and add the concentrate, diluting with a little of the pea cooking water. After a few minutes, when the base is well blended, add the peas and cook and blend this base well. Taste if salt is needed. At this point, when the base is very hot, add the anchovies and immediately cover the pot with a lid. Leave to cook for a few minutes and serve immediately with croutons. I use wholemeal bread from the Vassallo bakery in Sestri Levante… 

Why do we use tomato paste? Once upon a time, tomatoes only grew in the summer and, towards the end of this season, bottles were prepared at home with the sauce and the paste that was used in the most daring preparations.

This is the preparation:
Acciughe con piselli

This is the final dish:
Acciughe con piselli

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Un bel piatto di acciughe in umido a casa mia

Un bel piatto di acciughe in umido a casa mia

Un bel piatto di acciughe in umido a casa mia.
Altro piatto povero della tradizione marinara ligure: le acciughe in umido…
Veramente è un piatto di tutta Italia e in ogni posto di mare sono fatte e chiamate in maniera diversa.

È una specie gregaria in ogni fase vitale che forma banchi numerosissimi, spesso misti con altre specie (per esempio la sardina) ma composti da esemplari di taglia simile (fenomeno noto come gregarismo per taglia).
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Acciughe ripiene

acciughe ripiene

Acciughe ripiene.
Un altro piatto della cucina di “mare”: le acciughe ripiene!
Fatte con una fetta di patata, acciuga, ripieno (mix di uova, formaggio, pan grattato, acciughe e sapori) e ancora un’acciuga… tutto cotto al forno.
Ottime anche queste!

acciughe ripiene

Acciughe sotto sale

Acciughe sotto sale.
Anche questo è uno dei piatti “poveri”: le acciughe sotto sale.
Ovviamente il “sotto sale” è il metodo di conservazione.
Queste nella foto sono già state tolte dall’arbanella nella quale erano conservate e preparate con un po’ d’olio, aglio, rosmarino e peperoncino.

acciughe sotto sale