Pasta con le cicale di mare, la ricetta

Pasta con le cicale di mare

Pasta con le cicale di mare, la ricetta.
Questa mattina avrei voluto comprare una fetta di tonno ma sul banco c’era una cassetta di cicale (canocchie) vive e che muovevano ancora. Così ho pensato di preparare un piatto di spaghettoni con il loro sugo.
Ho fatto imbiondire uno spicchio d’aglio ed un peperoncino intero in olio d’oliva e alcuni pomodorini tagliati a metà e privati dei semi. Poi ho aggiunto le cicale, le ho fatte insaporire e poi bagnate con poco vino bianco di qualità.
Inizialmente, ho pulito le cicale privandole delle zampine, delle teste e code che ho messo a bollire per quasi un’ora e poi filtrato il brodo.
Bene, una volta evaporato il vino, ho aggiunto nella padella il brodo delle teste e ho lasciato riposare.
Ho messo finalmente a cuocere 80 grammi dei miei spaghettoni integrali che poi ho saltato in padella con le cicale. Alla fine, per non farmi mancare nulla, ho grattugiato sul piatto un po’ di bottarga e ho completato con prezzemolo tritato.

Purtroppo la foto del piatto non e’ venuta molto bene, ma ve la posto ugualmente per avere un’idea del piatto finito:

Pasta con le cicale di mare

La cannocchia o canocchia, detta anche pannocchia o pacchero o cicala di mare (Squilla mantis) è un crostaceo della famiglia degli Squillidae che può raggiungere una lunghezza massima di 20 cm.
Continua, anche se c’e’ scritto poco, su Wikipedia

La immagine in evidenza e’ del sito di immagini gratuite pixabay.com.

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Ossobuchi alla milanese, la ricetta

Ossobuchi alla milanese

Ossobuchi alla milanese, la ricetta.

Questa mattina sono passato da Alfredo, il mio macellaio di fiducia. Alfredo è un macellaio all’antica: ha un banco che sembrerebbe piuttosto povero ma tutto è conservato nella cella frigo per mantenere la giusta umidità e temperatura; basta chiedere e Alfredo tira fuori dalla cella i tagli più belli…

Questa mattina insolitamente aveva in vetrina un bellissimo pezzo di stinco di posteriore di vitellone*, da cui mi sono fatto tagliare tre splendidi ossibuchi con cui ho preparato il mio piatto: ossibuchi con risotto allo zafferano e gremolada**

Come procedura ho infarinato gli ossibuchi e li ho fatti soffriggere a fuoco alto per chiudere tutti i pori e non far uscire i succhi della carne.
In una casseruola di terracotta ho fatto soffriggere una cipolla ed uno spicchio d’aglio, ho aggiunto gli ossibuchi ed ho fatto prendere calore.Ho poi aggiunto alcuni pezzetti di carota, patate e zucchini, ho bagnato con vino rosso ed ho fatto iniziare la cottura a fuoco basso.
Intanto a parte ho preparato con calma la base per il risotto, tritando un po’ di cipolla, facendo scaldare un pentolino di buon brodo di carne e facendo fondere lo zafferano in acqua. Agli ossibuchi ho aggiunto poco concentrato di pomodoro e li ho fatti cuocere lentamente, sempre controllando che la carne fosse tenera e le verdure cotte bene. A cottura quasi ultimata ho aggiunto un po’ di sale grosso (cerco di stare sempre attento al sale).
Poi ho iniziato la cottura del riso, facendo soffriggere la cipolla in poco olio d’oliva, aggiungendo il riso che, una volta tostato, ho bagnato con poco vino bianco. Evaporato il vino ho aggiunto il brodo caldo (ormai conosco le quantità e riesco, dopo una piccola leggera rimescolatura a non continuare a muovere il riso che cuoce lentamente muovendo da solo grazie all’ebollizione dei liquidi). A cottura quasi ultimata ho aggiunto lo zafferano e, a cottura ultimata, lo ho mantecato con un pezzo di burro ma non ho aggiunto formaggio, che per me, altera il sapore dello zafferano.
Poi ho preparato il piatto con il risotto, l’ossobuco che ho bagnato con il suo sugo ed ho aggiunto la gremolada. Tutto fatto…

Buon appetito!!!

Photo taken with Canon EOS M100 and lens Canon EF-M 22.

* il vitellone è la carne di solito usata per questo piatto perché è più tenera ma l’importante è che provenga dal posteriore perché meno fibrosa e più grande di diametro. Io ho usato il vitellone: ne sapevo la provenienza e la scelta mi ha dato ragione.

** la gremolada è una semplicissima salsa fatta tritando buccia di limone senza il bianco, aglio e prezzemolo e serve a profumare l’ossobuco

Nota: Come sempre la qualità delle materie prima è essenziale: per prima cose bisogna scegliere bene la qualità della carne, se è il caso prenotandola dal proprio macellaio di fiducia chiedendo espressamente che sia di posteriore. Importante poi è anche la qualità dei vini per bagnare la carne ed il riso.

Il sanguinaccio o berodo, la ricetta

Il sanguinaccio o berodo

Il sanguinaccio o berodo.
Il sanguinaccio, che è chiamato in molti modi (qui da noi in Liguria appunto berodo) e preparato in altrettante maniere, è una preparazione che, per quanto sappia io, viene fatta in tutto il mondo non mussulmano: non è altro che un modo per recuperare il sangue del maiale, preziosa fonte di proteine, grassi e altri ingredienti…

Io ho sempre assaggiato questo prodotto, quando lo ho trovato, e ne ho trovato di ottimi sia che fossero fatti con il cioccolato amaro e sia messi in piccoli budelli e mescolati con peperoncino in Messico.
Comunque, quando si compera un sanguinaccio, questo è in realtà già stato preparato dal macellaio e poi sottoposto ad una prima bollitura.
Il sangue fresco deve subito essere mescolato con latte e bisogna continuare a mescolare per evitarne la coagulazione. A questo punto l’ulteriore procedimento di preparazione dipende dalle abitudini, culture e tradizioni dei luoghi e paesi.

Io, anni or sono, ho visto preparare i sanguinacci da Lindo, un norcino locale che veniva chiamato dalle famiglie che, spesso con sacrificio, allevavano e poi macellavano un maiale. Per me, però, il maestro assoluto delle preparazioni dei salumi e sanguinacci era il sig. Lino Marcenaro e i suoi due assistenti: Franco e Carlo che poi è diventato un grande viaggiatore di paesi esotici e che è uno dei miei più vecchi e cari amici.

Il sangue, ancora fresco viene mescolato con latte fresco, continuando a mescolare con spezie, sale e pinoli, che devono essere abbondanti anche se cari; naturalmente non so le dosi che devono essere segrete. I sanguinacci, appena chiusi con la stessa tecnica usata per le salsicce, devono essere messi a bollire per avere così la prima cottura. E’ così che li troviamo dal macellaio.

In casa nostra li cuciniamo semplicemente bolliti per alcuni minuti ma decorati mescolando alcuni contorni della cucina svizzera: patate sabbiose (tagliate a spicchi, scottate in acqua e poi saltate al burro e pangrattato), fettine di mele renette (sbucciate, tagliate a spicchi e poi cotte lentamente in acqua leggermente acidulata con limone e spolverate di cannella) e infine con verza saltata (tagliata non troppo finemente e cotta con poco olio, sale e spruzzata con vino bianco e, alla fine, con un goccio d’aceto).
Enjoy your meal!

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Il sanguinaccio o berodo

Photo taken with Honor 10.

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Ligurian tripe from my house, the recipe

Trippa in umido

Ligurian-style tripe from my house, the recipe.
Tripe is one of the most used offal. It is cooked in all the Italian regions and is one of the tastiest poor dishes consumed all over the world: I will never forget an extraordinary Chinese soup from Hong Kong with rice noodles and caramelized tripe…

In Genoa and the Riviera you could often find tripe shops, where tripe and its broth were sold: a cup of hot tripe broth with a little grated cheese and plenty of soaked bread was an excellent and rich breakfast. This too, however, is a tradition that has now almost completely disappeared.

What we find in the butcher's shop is tripe that has already undergone many and very long processes: it has been scraped, cleaned and then boiled for a long time. At this point it is put on sale and then cooked.

In our house, like many other dishes, it is made in the Ligurian style but, as I have already said on other occasions, my Ligurian cuisine has been contaminated by the wisdom and advice of the many chefs I have worked with around the world. I will therefore describe to you how my wife Emmi prepares it, who has become a very good cook of regional dishes.

First, choose the mixed tripe of as many types as possible and cut it into thin strips.
Then make a base with onion, celery and prepare a good hot meat broth, white wine, Taggiasca olives, pine nuts, a few soaked dried mushrooms, a little tomato paste and potatoes cut into cubes.
Fry the flavours in good olive oil, not too much (tripe is fatty), and add the tripe, which is left to flavour and heat; add a good glass of white wine and let it evaporate. At this point add the dried mushrooms, pine nuts, olives and then the potatoes. Heat everything up, stirring slowly, add salt and add the tomato paste and then moisten everything with the broth.
Close the pot (better if terracotta) and let it cook slowly.
When the potatoes are cooked, the tripe is ready and should be served piping hot, sprinkled with fresh parsley and a little grated cheese.

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Here are pictures of this finished dish:

Trippa in umido in pentola

Trippa in umido

Trippa in umido in piatto

Photo taken with Canon 600D and lens Tamron 16-300.

And here's a video too:

October 24th is Trippa Day.

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Insalata di polpo con patate, la ricetta

insalata di polpo bollito

Insalata di polpo bollito con patate alla ligure, la ricetta.
È una semplice insalata di polpo bollito.

insalata di polpo bollito

Photo taken with Samsung Galaxi.

Questa mattina ho trovato un paio di polpo nostrani e li ho preparati per mio figlio Luca.
Ho fatto bollire abbondante acqua a cui ho aggiunto sale e aceto.Poi ho fatto arricciare i polpi tenendoli per la testa e immergendoli su e giù nell’acqua bollente. Li ho lasciati cuocere per una mezz’ora e li ho lasciati raffreddare nella loro acqua.
A parte ho fatto bollire delle ottime patate di montagna del mio amico Enrico Segarini e le ho aggiunte al polpo affettato.
Ho poi quindi condito con dell’ottimo olio nostrano dell’amico Paolino Muzio di San Bernardo (località del comune di Sestri Levante conosciuta per la qualità delle sue olive), succo di limone del mio giardino e una spruzzata di prezzemolo.

Questo invece è impolpo bollito prima di essere condito:

polpo bollito

Photo taken with Samsung Galaxi.

Spaghetti con acciughe e mollica di pane, la ricetta

Spaghetti alle acciughe e mollica di pane

Spaghetti alle acciughe e mollica di pane, la ricetta.
E’ iniziata la stagione delle acciughe, sono ancora piccole per la salatura ma si possono usare per molti piatti semplici e gustosi.

Mi è venuta in mente una ricetta che forse ho imparato dai molti chef meridionali che hanno influenzato positivamente i miei gusti e la mia cucina e di cui adesso vi faccio partecipi.
Se avete qualche idea o commento vi invito ad aggiunfere un comment oppure ad andare nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Per 4 persone per la salsa ho usato:

  • 4 etti di acciughe fresche che ho pulito e disliscato
  • 6 filetti di acciuga salata
  • uno spicchio d’aglio
  • olio extra vergine d’oliva
  • origano e mollica di pane*.

Nell’olio ho fatto soffriggere l’aglio tritato assieme ai filetti di acciuga salata (e peperoncino per chi lo apprezza). Ho sfumato con poco vino bianco e poi ho aggiunto le acciughe fresche che devono cuocere soltanto per pochi minuti e una presina di origano secco.

La salsa è pronta.

Ho fatto cuocere 350 grammi circa di spaghetti che ho poi fatto saltare nella salsa.
Alla fine ho cosparso con la mollica di pane*. Un piatto delizioso, semplice e saporito.

* La mollica di pane è diversa dal pane grattugiato. E’ più grossolana ed io la ottengo grattugiando a mano il pane e facendolo poi saltare in padella antiaderente senza olio per asciugarlo leggermente.

Adesso guarda il piatto finito a dimmi cosa ne pensi!

Spaghetti alle acciughe e mollica di pane

Spaghetti alle acciughe e mollica di pane

Photo taken with Canon 600D and lens Tamron 16-300.

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Tagliatelle con prosciutto e piselli, la ricetta

tagliatelle prosciutto e piselli

Tagliatelle con prosciutto crudo e piselli, un piatto semplice e gustosissimo, specialmente durante la stagione dei piselli freschi.

Ricetta per 4 persone.

In un fondo di olio extra vergine, fate soffriggere mezza cipolla tagliata a strisce grossolane, ho aggiunto centoventi grammi di prosciutto tagliato a strisce e ho sfumato con poco vino bianco.
A parte ho fatto bollire per pochissimi minuti circa 800 grammi di piselli freschi (il tempo di cottura varia a seconda della loro dimensione) e li ho aggiunti al fondo di cipolla e crudo.
Una volta che la salsa è amalgamata l’ho fatta raffreddare e poi ho aggiunto circa 80 grammi di panna fresca, rimescolando il tutto.
A questo punto ho messo nella padella le tagliatelle cotte al dente, ho aggiunto poca acqua di cottura e le ho fatte saltare.
Per completare il piatto ho spolverato con formaggio grana grattugiato.

Eccovi la foto del piatto finito:

tagliatelle prosciutto e piselli

Photo taken with Canon 600D and lens Tamron 16-300.

Un piatto di gnocchi al pesto alla genovese

Gnocchi al pesto

Un piatto di gnocchi al pesto alla genovese.
Oltre alla focaccia all’olio uno dei miei soggetti preferiti da fotografare è il pesto alla genovese, specialmente se è quello fatto in casa da mia mamma.
I gnocchi invece sono comprati. Quelli ancora li troviamo praticamente freschi preparati in una delle tante “pasta fresca” abbondanti in Liguria.
Anche se ogni tanto il buon Loris ce li prepara freschi.
Anche la foto mi è piaciuta molto, non pare anche a voi molto bella?

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Gnocchi al pesto alla genovese

Photo taken with Canon 600D and lens Tamron 16-300.

Quelli più diffusi in Italia oggi sono preparati con le patate, molto diffusi sono anche quelli preparati con un semplice impasto di acqua e farina. Quelli preparati con il semolino vengono soprannominati alla romana; altri ancora utilizzano la farina di mais; inoltre vengono usati svariati altri ingredienti in base alla tradizione locale/regionale.
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Taglierini paglia e fieno ai carciofi, la ricetta

Taglierini paglia e fieno ai carciofi

Taglierini paglia e fieno ai carciofi.
Oggi ho pensato di fare per me un piatto che preparava un mio amico e grande Chef di origini siciliane ma cresciuto in Liguria: taglierini paglia e fieno ai carciofi.

Per persona si utilizza un bel carciofo, che si pulisce con attenzione utilizzando anche il gambo, si taglia a fettine e si tiene immerso in acqua con qualche goccia di limone. Poi si immerge per 3 minuti circa in acqua bollente salata (sbiancatura). Si scola e si lascia raffreddare. Intanto si prepara un fondo con cipolla tritata, uno spicchio d’aglio in camicia e olio extra vergine. Una volta che il fondo è pronto si aggiunge il carciofo tagliato a fettine e si lascia soffriggere a fuoco alto per fargli perdere l’acqua rimasta dopo la sbiancatura e si bagna con poco vino bianco. Una volta che il vino è evaporato si aggiunge il pomodoro passato e li lascia cuocere lentamente aggiungendo un po’ d’acqua di cottura del carciofo se necessario per una ventina di minuti o anche più, se necessario.

Una volta pronta questa salsa si cuociono i taglierini e si fanno saltare in padella con la salsa di carciofo e, messi sul piatto, si aggiunge una presa di origano. Buon appetito. 

Una variante di questa ricetta è fatta senza pomodoro, utilizzando tagliatelle più grandi con l’aggiunta di besciamella e gratinando al forno in una pirofila.

Una volta che i carciofi sbiancati, si fanno saltare nel fondo di cipolla e aglio, si bagnano con il vino. Una volta che il vino è evaporato si lasciano cuocere lentamente aggiungendo acqua di cottura se necessario. Si aggiungono poi le tagliatelle (cotte molto al dente) e si fanno saltare affinché si insaporiscano aggiungendo un poco di grana grattugiato. Si abbassa la temperatura e, una volta che il tutto sarà raffreddato , si aggiunge la besciamella (in modo misurato e senza esagerare) si mescola bene il tutto e si mette in una pirofila unta con olio extra vergine. Si cosparge con un po’ di pane grattugiato e si inforna a forno caldo a 180 gradi.

Buon appetito! Aggiungi un tuo comment or go to the bottom of the site to read what other visitors have written.

Taglierini paglia e fieno ai carciofi

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Calamari ripieni e risotto ai frutti di mare, la ricetta

Risotto al sugo di astice e calamari macro

Buongiorno a tutti.
Questa mattina ho comperato un piccolo astice, due bei calamari e un chilo circa di muscoli che inizialmente volevo riempire assieme ai calamari. Successivamente ho aperto un muscolo e mi sono reso conto che il mollusco al suo interno era molto piccolo ed ho cambiato idea sul suo uso.

Ho pulito bene e spellato i calamari ed ho pulito i muscoli con attenzione, li ho fatti aprire con un goccio di acqua e li ho messi da parte e filtrato il loro liquido.

Per prima cosa ho preparato l’astice, l’ho lavato bene sotto l’acqua fredda, tagliato in due per lungo e messo in padella con un poco di olio ed uno spicchio d’aglio. Una volta preso calore e mentre iniziava a diventare rosso, ho aggiunto un po’ di rum e ho lasciato cuocere per ancora un paio di minuti. Poi ho preso uno dei due ciuffi e le alette dei calamari, li ho tagliati a pezzetti e messi a cuocere in poco olio, una volta scaldati li ho bagnati con un po’ di vino bianco e lasciati cuocere per alcuni minuti. Un volta raffreddato ho pulito l’astice da tutto il suo carapace lasciando la polpa alla quale ho poi aggiunto i pezzetti di calamaro cotti. Ho lasciato tutto da parte per il risotto.

Per il ripieno del calamaro ho fatto bollire alcune foglie di lattuga, che ho tritato grossolanamente aggiungendo poi in un contenitore un uovo intero, un po’ di grana grattugiato, un poco di mollica di pane bagnata nel latte e poi strizzata, il resto dei tentacoli e alette dei calamari tagliati fini, sale e pepe.

Con questo ripieno ho farcito attentamente i calamari, li ho chiusi con uno stuzzicadenti ed ho fatto sopra di essi alcuni buchini perché, durante la cottura, potesse evaporare l’umidità contenuta nel ripieno e nei pezzetti di calamaro.

Ho poi messo in una padella i calamari, con poco olio, uno spicchio d’aglio ed ho fatto prendere loro calore. Li ho poi bagnati con vino bianco e, una volta evaporato ho aggiunto buona parte del liquido di cottura (filtrato) dei muscoli, poca passata di pomodoro e ho fatto cuocere lentamente a pentola chiusa per un’oretta. Cinque minuti prima di spegnere il fuoco, ho aggiunto i muscoli sgusciati.

Per il risotto ho fatto come al solito: fatto scaldare il riso arborio in una casseruola con olio e poca cipolla tritata, ho bagnato con poco vino ed ho aggiunto l’astice e i pezzetti di calamaro che ho fatto prima scaldare. Ho ancora aggiunto poca passata di pomodoro ed ho coperto il tutto con il liquido di cottura dei muscoli ed un poco di acqua. Ho fatto cuocere lentamente il risotto per una ventina di minuti aggiungendo acqua calda se asciugava troppo e alla fine l’ho mantecato con poco olio d’oliva. Una volta nel piatto di portata ho aggiunto prezzemolo tritato ed ho servito.

Il tutto è stato apprezzato come spero siano apprezzate le foto dei piatti scattate dal fotografo di casa, Luca:

Calamaro ripieno

Calamaro ripieno dall'alto

Calamaro ripieno

Risotto al sugo di astice e calamari macro

Risotto al sugo di astice e calamari macro

Photo taken with Canon 600D and lens Canon EF 40.

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