Alcune sardine alla griglia mentre cuociono

Sardine alla griglia mentre cuociono

Alcune sardine alla griglia mentre cuociono.
Una classica preparazione per le sardine (o sarde). In questo caso non proprio di griglia si tratta ma di una ciappa (come viene chiamata dalle mie parti una pietra, di ardesia, usata per cucinare).
Pulite dalle interiora in precedenza e disposte sulla ciappa con un po’ di sale grosso ed il gioco è fatto.

Le sardine sono piccoli pesci pelagici che appartengono alla famiglia dei Clupeidae. Sono molto apprezzate non solo per il loro sapore, ma anche per i loro benefici nutrizionali. Ecco alcune informazioni interessanti sulle sardine.
Le sardine sono ricche di proteine, acidi grassi omega-3, vitamine D e B12, calcio, selenio e fosforo. Questi nutrienti sono essenziali per la salute del cuore, delle ossa e del sistema immunitario.
Le sardine sono considerate una scelta sostenibile rispetto ad altri pesci, poiché si riproducono rapidamente e sono abbondanti in natura.
Le sardine possono essere preparate in molti modi diversi. Sono deliziose grigliate, marinate, in scatola con olio d’oliva, o aggiunte a insalate e paste.
Il nome “sardina” deriva dall’isola di Sardegna, dove erano abbondanti in passato. Sono state una fonte di cibo importante per molte culture costiere nel corso dei secoli.

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Sardine alla griglia mentre cuociono

La sardina è spesso associata all’acciuga sia come stile di vita che come modalità di consumo e, talvolta, confusa con essa dal consumatore inesperto. In realtà le due specie di clupeiformi appartengono a famiglie diverse e hanno aspetto completamente differente. La sardina ha corpo affusolato ma più alto e più compresso lateralmente rispetto all’acciuga e sul ventre ha una fila di scaglie rigide ed appuntite (scutelli) che però non formano una vera carena, come avviene nello spratto.
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Tramonto a Ses Salines

Tramonto a Ses Salines

Tramonto a Ses Salines.
Ses Salines (conosciuta anche come Las Salinas de Ibiza) è la spiaggia più meridionale dell’isola ed è famosa più per la bellezza del paesaggio che per la sua vita mondana, che comunque non manca.

Distante poche decine di minuti dal capoluogo Eivissa, offre la possibilità di rilassarsi, fare sport, ascoltare musica dal vivo nei suoi chiringuitos … ma soprattutto per gli amanti dei tramonti sul mare garantisce uno spettacolo interessante come quello in foto!

Tramonto a Ses Salines

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Acciughe sotto sale, la ricetta

Acciughe sotto sale

Acciughe sotto sale, la ricetta.
Questa mattina ho preparato un piattino di acciughe salate e più avanti vi spiegherò come ho fatto. Mentre pulivo le acciughe che misi sotto sale la scorsa estate mi è venuto in mente l’operazione della salatura che faceva mio nonno materno mentre io, bambino, lo osservavo con attenzione. Questa è una storia un po’ lunga ma se avete voglia di leggerla desidero narrarvela… Bisogna andare molto Indietro negli anni, quando il nonno mi raccontava queste storie. Lui ed i fratelli erano molto giovani e vivevano presso la cascata, a Riva Trigoso, zona ponente. La vita era dura e i cantieri erano ancora agli albori pertanto i mezzi per sopravvivere erano veramente limitati: molti uomini andavano a navigare altri sopravvivevano facendo i contadini/pescatori perché sia la terra che il mare, da soli, non permettevano di sopravvivere e la gente si doveva adattare facendo i due mestieri. Questo è appunto quello che facevano mio nonno ed i suoi fratelli, soprannominati i “buluin”.  D’estate, pertanto, si dedicavano alla pesca delle acciughe che veniva fatta sotto costa, seguendone i banchi verso le cinque terre. La barca era un gozzo a vela latina, la rete si chiamava “manata” e la pesca avveniva piu o meno come oggi ma senza l’aiuto della lampara; prima della partenza le donne preparavano i barilotti di sale ed pescatori seguivano la costa pescando e salando, finché i barilotti non erano pieni di acciughe e si poteva così ritornare a casa. Di notte si fermavano nei porticcioli, mangiando pesce con quel poco che ricevevano scambiando i pesci di maggiore qualità che rimanevano nelle reti con le acciughe con gallette e verdura, mentre il vino e l’olio (e spesso anche le gallette) le portavano da casa. Nacquero così, per necessità, molti piatti che poi divennero tipici della nostra cucina, il più conosciuto dei quali è il “bagnun”. Mi sembra di vederlo mio nonno quando, dopo aver tolto loro la testa, adagiava nell’arbanella di vetro uno strato di acciughe, testa e coda, alle quali alternava un sottile strato di sale grosso. La meticolosità con cui eseguiva questa operazione era la garanzia di uno prodotto finito di qualità. Dopo alcuni mesi le acciughe erano mature per essere consumate.

La preparazione della acciughe cerco di farla come faceva il nonno anche se non sono sicuro se anche lui eseguisse la stessa procedura: prima tolgo con cautela il pesce dall’arbanella. Poi cerco di togliere con calma dalle acciughe più sale possibile e le lavo leggermente con una miscela di aceto appena allungato con acqua aprendole per togliere loro la lisca. Anche questa operazione va fatta con cautela cercando di non rompere il pesce. Alla fine tolgo dai filetti eventuali piccole lische o residui di sale e poi li strizzo per far uscire i residui di aceto e li adagio su di un piatto che ho bagnato con olio d’oliva extra vergine. Spargo poi sui filetti poco aglio tritato ed origano ed infine copro ancora con olio d’oliva. Il piatto è pronto. Buon appetito.

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Acciughe sotto sale

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Spaghetti with Genoese pesto, the recipe

spaghetti al pesto

Spaghetti with pesto, the recipe.
Maybe it's not the official type of pasta to accompany Genoese pesto (trenette or trofie) but making a plate of spaghetti seasoned with that wonder that nature offers us in these parts is spectacular all the same!
And then it's so simple: basil, oil, salt, garlic, pine nuts and cheese.
And tell me I'm not right...

And here is Loris' recipe for spaghetti with pesto:

The basic ingredients of this typical Ligurian sauce are basil, garlic, olive oil, grated cheese and pine nuts.
Now I want to describe some details about some of these ingredients, details that are accompanied by memories of my childhood and of my maternal grandparents, true Ligurians of the eastern Riviera.

– Basil. Nowadays we rightly talk about the basil of Prà which has the perfect characteristics for pesto but once they didn’t even know what it was: my grandfather used to say that the perfect basil without the bad smell of mint had to grow in the shade and that its flowers had to be removed as soon as they sprouted. How could they make pesto on the western and eastern coasts?

– Pine nuts. My grandfather would collect pine nuts under an old pine tree near the house, break their shells and store them in a jar. However, the quantity of them in the pesto was always very limited… When they were finished, my grandmother would buy them an ounce at a time, that is, 25 grams!

– grated cheese: for my grandfather, born in 1886, “cheese” was only Sardinian. He bought one form at a time of the half-aged one, which was consumed sparingly at the table. At the end of the form, the little piece that remained and which in the meantime had become nice and hard was used for cooking, to put on pasta and to make pesto.

– The olive oil must necessarily be Ligurian, due to its characteristics of lightness and fragrance.

Enjoy your meal!

Here I leave you a nice video recipe of GialloZafferano.

spaghetti al pesto

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