La Casa de les Punxes a Barcellona

La Casa de les Punxes a Barcellona

La Casa de les Punxes a Barcellona.
La Casa de les Punxes, conosciuta anche come Casa Terradas, è uno degli edifici più iconici di Barcellona. Situata all’incrocio tra Avinguda Diagonal e Carrer de Rosselló, questa straordinaria costruzione è un fulgido esempio di architettura modernista catalana, opera dell’architetto Josep Puig i Cadafalch.
La Casa de les Punxes fu commissionata nel 1905 dalle sorelle Terradas, che desideravano unificare tre proprietà familiari in un unico edificio. L’architetto Josep Puig i Cadafalch, uno dei principali esponenti del modernismo catalano insieme a Antoni Gaudí e Lluís Domènech i Montaner, progettò un palazzo che si ispirava ai castelli medievali europei, con un tocco distintivo di stile modernista.
L’edificio è famoso per le sue sei torri con guglie a forma di punta, che gli conferiscono il nome “Casa de les Punxes” (Casa delle Punte). Queste torri non solo conferiscono un aspetto fiabesco alla struttura, ma sono anche un tributo alla tradizione gotica catalana. La facciata è riccamente decorata con dettagli in ferro battuto, piastrelle colorate e rilievi che raccontano storie e leggende locali, tra cui quella di Sant Jordi (San Giorgio), il patrono della Catalogna.
Il design degli interni non è meno impressionante. Ogni appartamento è dotato di spazi ampi e luminosi, con soffitti alti e dettagli artistici che includono vetrate colorate, mosaici e lavori in legno intagliato. Puig i Cadafalch ha prestato particolare attenzione alla funzionalità degli spazi, integrando elementi innovativi per l’epoca, come il riscaldamento centralizzato e gli ascensori.
La Casa de les Punxes è un simbolo dell’epoca modernista di Barcellona, rappresentando un periodo di fioritura culturale e architettonica della città. Nel 1975, l’edificio è stato dichiarato Monumento Storico Nazionale, riconoscimento che ne sottolinea l’importanza storica e artistica.
Oggi, la Casa de les Punxes è aperta al pubblico e offre un’esperienza immersiva nella storia del modernismo catalano. I visitatori possono esplorare le varie stanze dell’edificio, ammirare le esposizioni temporanee e permanenti che raccontano la vita e l’opera di Josep Puig i Cadafalch, e salire sulle torri per godere di una vista panoramica mozzafiato su Barcellona.
Inoltre, l’edificio ospita eventi culturali, conferenze e attività didattiche, rafforzando il suo ruolo come centro di cultura e conoscenza. La visita alla Casa de les Punxes è un viaggio nel tempo, un’opportunità per comprendere meglio la ricca eredità del modernismo catalano e il genio dei suoi protagonisti.

La Casa de les Punxes è molto più di un edificio storico; è un testimone silenzioso della creatività e dell’innovazione che hanno caratterizzato Barcellona agli inizi del XX secolo. Visitare questo capolavoro architettonico significa immergersi in un mondo di bellezza artistica e ingegno, scoprendo le radici culturali di una città che non smette mai di stupire e ispirare.

Conosci le meraviglie di Barcellona?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Questo è il sito ufficiale: casalespunxes.com.

Per vedere tutte le foto che ho scattato nel tempo a Barcellona clicca qui:

Ecco dove si trova:

La Casa de les Punxes, o Casa Terrades[1], è un edificio progettato dall’architetto modernista Josep Puig i Cadafalch, che si trova sull’Avinguda Diagonal di Barcellona. La casa fu costruita nel 1905 su incarico delle sorelle Terrades, che desideravano unire tre immobili di proprietà. Puig i Cadafalch progettò un edificio d’aspetto medievale, con elementi che rimandano al gotico europeo. Una delle caratteristiche dell’edificio sono le sei torri, sormontate da guglie di forma conica, da cui il nome catalano di Casa de les Punxes (Casa delle punte).
Continua e approfondisci su Wikipedia

The wonderful house of the Punxes in Barcelona – La magnifique maison des Punx à Barcelone – La maravigliosa casa de las Pinchas en Barcelona – A maravilhosa casa dos Punxes em Barcelona – Das wundervolle Haus der Punxes in Barcelona – Ngôi nhà tuyệt vời của Punxes ở Barcelona

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

I gnocchetti sardi al sugo di carne, la ricetta

I gnocchetti sardi al sugo di carne

I gnocchetti sardi al sugo di carne, la ricetta.
Qualche tempo fa ho avuto il piacere di lavorare con un grande Maitre d’Hote, Gianni, che spesso ci deliziava preparando qualche piatto succulento.
Questi gnocchetti sardi erano uno dei miei preferiti!
Ed ecco la ricetta tradizionale per preparare i gnocchetti sardi al sugo di carne.

Ingredienti

Per i gnocchetti sardi (malloreddus):
– 500 g di semola di grano duro;
– Acqua q.b.;
– Un pizzico di sale.
Per il sugo di carne:
– 500 g di carne di manzo (preferibilmente spezzatino o carne macinata);
– 1 cipolla;
– 2 spicchi d’aglio;
– 1 carota;
– 1 gambo di sedano;
– 800 g di passata di pomodoro;
– 200 ml di vino rosso;
– Olio extravergine d’oliva q.b.;
– Sale q.b.;
– Pepe nero q.b.;
– 1 foglia di alloro;
– Pecorino sardo grattugiato (opzionale).

Preparazione

Preparazione dei gnocchetti sardi:
1. Impasto: in una ciotola capiente, versate la semola di grano duro e un pizzico di sale. Aggiungete acqua tiepida poco alla volta e impastate fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo.
2. Formazione dei gnocchetti: prendete piccoli pezzi di impasto e formate dei cilindretti lunghi circa 2 cm. Premete ogni cilindretto su una superficie rigata (ad esempio, una grattugia o una tavoletta rigata) per ottenere la caratteristica forma rigata dei malloreddus.
3. Riposo: lasciate riposare i gnocchetti su un canovaccio infarinato per almeno 30 minuti prima di cuocerli.
Preparazione del sugo di carne:
1. Preparazione del soffritto: tritate finemente la cipolla, l’aglio, la carota e il sedano. In una casseruola capiente, scaldate un po’ di olio extravergine d’oliva e aggiungete il trito di verdure. Fate soffriggere a fuoco medio fino a quando le verdure saranno morbide e la cipolla sarà dorata.
2. Cottura della carne: aggiungete la carne al soffritto e fatela rosolare bene su tutti i lati. Sfumate con il vino rosso e lasciate evaporare l’alcol.
3. Aggiunta del pomodoro: aggiungete la passata di pomodoro, la foglia di alloro, sale e pepe a piacere. Mescolate bene e portate a ebollizione.
4. Cottura lenta: abbassate la fiamma e lasciate cuocere il sugo a fuoco basso per circa 2 ore, mescolando di tanto in tanto. Se il sugo dovesse asciugarsi troppo, aggiungete un po’ di acqua calda.
5. Regolazione del sapore: aggiustate di sale e pepe se necessario e togliete la foglia di alloro.
Cottura dei gnocchetti sardi:
1. Cottura in acqua bollente: portate a ebollizione una pentola grande di acqua salata. Cuocete i gnocchetti sardi per circa 8-10 minuti, o fino a quando saranno al dente.
2. Scolatura: scolate i gnocchetti e trasferiteli direttamente nella casseruola con il sugo di carne.
3. Mantecatura: mescolate bene i gnocchetti con il sugo per amalgamare i sapori.
Servizio:
1. Impiattamento: servite i gnocchetti sardi al sugo di carne ben caldi, spolverati con pecorino sardo grattugiato, se gradito.
2. Guarnizione: potete decorare con un filo di olio extravergine d’oliva a crudo e una foglia di basilico fresco per un tocco di colore e freschezza.

Buon appetito!

Hai mai assaggiato questo piatto? Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Foto scattate con Honor 20.

Sardinian gnocchi with meat sauce, the recipe – Gnocchis sardes à la sauce à la viande, la recette – ñoquis sardos con salsa de carne, la receta – Nhoque da Sardenha com molho de carne, a receita – Sardische Gnocchi mit Fleischsauce, das Rezept – Công thức món gnocchi Sardinian với nước sốt thịt

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

Piazza San Matteo e l’abbazia nel cuore di Genova

Piazza San Matteo e l'abbazia nel cuore di Genova

Piazza San Matteo e l’abbazia nel cuore di Genova.
Nel cuore pulsante di Genova, tra le intricate vie del centro storico, si nasconde un gioiello di rara bellezza e straordinaria importanza storica: Piazza San Matteo e la sua Abbazia. Questo angolo della città, meno conosciuto rispetto ad altre mete turistiche, racchiude secoli di storia, arte e cultura, offrendo ai visitatori uno sguardo privilegiato sulla Genova medievale e rinascimentale.
Piazza San Matteo è strettamente legata alla potente famiglia Doria, una delle più influenti della Repubblica di Genova. Fu proprio Andrea Doria, celebre ammiraglio e figura di spicco del XVI secolo, a trasformare questa piazza nel simbolo della potenza della sua casata. La piazza fu ristrutturata nel 1278, quando i Doria decisero di costruirvi le loro residenze, creando un complesso architettonico unico e affascinante.
Gli edifici che si affacciano su Piazza San Matteo sono caratterizzati da una tipica architettura medievale, con facciate in marmo bianco e nero, segno distintivo della nobiltà genovese dell’epoca. Le case torri, che si ergono maestose, raccontano di un tempo in cui le famiglie nobili costruivano queste strutture non solo come dimore, ma anche come simboli di potere e sicurezza.
Nel cuore della piazza sorge l’Abbazia di San Matteo, fondata nel 1125 da Martino Doria, un altro illustre membro della famiglia. Questa chiesa, che inizialmente fungeva da cappella privata dei Doria, è un esempio straordinario di architettura romanica, arricchita da elementi gotici e rinascimentali nel corso dei secoli.
L’interno dell’abbazia è un vero scrigno di tesori artistici. Tra i capolavori custoditi vi sono opere di Luca Cambiaso, uno dei più grandi pittori genovesi del Cinquecento, e di Giovanni Battista Castello, detto il Bergamasco. Il chiostro adiacente, con i suoi eleganti archi e colonne, offre un’oasi di pace e riflessione, lontano dal frastuono della città.
Piazza San Matteo e la sua abbazia non sono solo testimonianze del passato, ma luoghi vivi che continuano a pulsare di cultura e memoria. Ogni anno, eventi e manifestazioni culturali animano la piazza, rendendola un punto di incontro per i genovesi e i visitatori. Le visite guidate permettono di scoprire le storie e i segreti che si celano dietro ogni pietra, rendendo ogni visita un’esperienza unica.

Piazza San Matteo e l’Abbazia rappresentano una tappa imprescindibile per chi desidera conoscere la vera essenza di Genova. Questo angolo nascosto della città offre un viaggio nel tempo, tra storia, arte e tradizione, svelando il volto più autentico e affascinante della Superba. Che siate appassionati di storia, amanti dell’arte o semplici curiosi, una visita a Piazza San Matteo saprà regalarvi emozioni e scoperte indimenticabili.

Hai mai visitato questa chiesa e soprattutto il suo chiostro?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Piazza San Matteo e l'abbazia nel cuore di Genova

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon EF-S 10-18.

C’è anche un bel sito ufficiale: parrocchiasanmatteo.org.

Per vedere tutte le foto che ho scattato nella chiesa genovese, clicca qui:

Martino Doria, entrato nei frati benedettini dell’abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte dopo essere rimasto vedovo, ottenne dal vescovo Sigifredo di poter costruire una piccola chiesa su terreni di proprietà della famiglia nei pressi della cattedrale di San Lorenzo. L’intitolazione della nuova chiesa a San Matteo era legata alla sua professione di gabelliere, proprio come i Doria, che pertanto ne fecero il loro patrono.
Continua e approfondisci su Wikipedia

Ecco dove si trova l’abbazia:

The square dedicated to Saint Matthew and the abbey in the heart of Genoa – La place dédiée à Saint Matthieu et l’abbaye au coeur de Gênes – La plaza dedicada a San Mateo y la abadía en el corazón de Génova – A praça dedicada a São Mateus e a abadia no coração de Gênova – Der dem Heiligen Matthäus und der Abtei gewidmete Platz im Herzen von Genua – Quảng trường dành riêng cho Thánh Matthew và tu viện ở trung tâm Genoa

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

La Cappella del beato Luca Belludi a Padova

La Cappella del beato Luca Belludi a Padova

La Cappella del beato Luca Belludi a Padova.
La Cappella del Beato Luca Belludi, situata nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, è una perla artistica e spirituale di grande importanza. Questo luogo sacro, dedicato a uno dei più stretti collaboratori di Sant’Antonio, non solo rappresenta un punto di riferimento per i devoti ma è anche un esempio straordinario di arte e architettura medievale.
Luca Belludi nacque a Padova nel 1200 e divenne frate francescano, noto per la sua vita di umiltà e devozione. Discepolo e amico di Sant’Antonio, Luca ne proseguì l’opera evangelizzatrice e caritatevole dopo la morte del Santo. La sua vita fu caratterizzata da una profonda spiritualità e da un impegno costante nel servire i poveri e i bisognosi. La sua beatificazione avvenne nel 1927, riconoscendo ufficialmente la sua santità e il suo contributo alla Chiesa.
La Cappella del Beato Luca Belludi è un esempio raffinato di arte medievale, con affreschi che risalgono al XIV secolo, attribuiti alla scuola di Giotto. Situata nella Basilica di Sant’Antonio, uno dei luoghi più venerati di Padova, la cappella è un luogo di pellegrinaggio per i fedeli che cercano l’intercessione del Beato Luca.
Gli affreschi della cappella raccontano la vita e i miracoli del Beato Luca Belludi e di Sant’Antonio. Le scene sono ricche di dettagli vividi e colori brillanti, che trasmettono un senso di spiritualità profonda e di devozione religiosa. Tra le scene più note, vi sono quelle che raffigurano il Beato Luca in preghiera e i suoi numerosi atti di carità.
L’architettura della cappella riflette lo stile gotico, con eleganti archi a sesto acuto e una struttura che invita alla contemplazione. Le linee slanciate e le vetrate colorate contribuiscono a creare un’atmosfera di raccoglimento e di pace, ideale per la preghiera e la meditazione.
La Cappella del Beato Luca Belludi è un luogo di profonda importanza spirituale per i fedeli. La devozione al Beato Luca è particolarmente sentita a Padova, dove molti pellegrini vengono a pregare per ottenere grazie e favori. La cappella è anche un luogo dove si celebrano messe e altre cerimonie religiose, mantenendo viva la memoria e il culto del Beato Luca.
Nel corso dei secoli, la Cappella del Beato Luca Belludi ha subito vari interventi di restauro per preservarne la bellezza e l’integrità. Questi lavori hanno permesso di mantenere in buone condizioni gli affreschi e la struttura architettonica, garantendo che questo tesoro artistico e spirituale possa essere ammirato e venerato dalle future generazioni.

La Cappella del Beato Luca Belludi è un luogo di straordinaria bellezza e spiritualità, che unisce arte e fede in un connubio perfetto. Questo gioiello della Basilica di Sant’Antonio a Padova continua ad attirare devoti e appassionati di arte da tutto il mondo, offrendo un’occasione unica per immergersi nella storia e nella spiritualità di uno dei periodi più affascinanti del medioevo italiano. La sua conservazione e il suo culto testimoniano l’importanza duratura del Beato Luca Belludi nella tradizione religiosa e culturale di Padova.

Hai mai visitato la bella Padova?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Foto scattate con Honor 20.

Questo è il sito ufficiale della basilica: santantonio.org.

Per vedere tutte le foto che ho scattato nella città del Santo clicca qui:

La cappella è, a dire il vero, dedicata agli apostoli Filippo e Giacomo il Minore, ma ha preso il nome con cui è nota ora perché vi sono conservate le spoglie mortali del beato Luca Belludi, che fu compagno del Santo nell’ultimo scorcio della sua vita, tra il 1230 ed il 1231. La cappella è composta da un’unica navata con volta a crociera e da una piccola abside semiottagonale coperta da una volta a padiglione. Fu eretta nel 1382 per conto dei fratelli Naimerio e Manfredino Conti, patrizi padovani.
Continua e approfondisci su Wikipedia

The Chapel of Blessed Luca Belludi in the Basilica of Sant’Antonio in Padua – La chapelle du bienheureux Luca Belludi dans la basilique Saint-Antoine de Padoue – La Capilla del Beato Luca Belludi en la Basílica de Sant’Antonio en Padua – A Capela do Beato Luca Belludi na Basílica de Sant’Antonio em Pádua – Die Kapelle des seligen Luca Belludi in der Basilika Sant’Antonio in Padua – Nhà nguyện của Chân phước Luca Belludi tại Vương cung thánh đường Sant’Antonio ở Padua

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

La statua del leone nella Fontana dei Quattro Fiumi

Conosci Roma ed i suoi monumenti? Aggiungi un tuo commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

La statua del leone nella Fontana dei Quattro Fiumi.
Nel cuore pulsante di Roma, Piazza Navona è uno dei luoghi più iconici e affascinanti della città eterna. Al centro di questa piazza barocca si erge la magnifica Fontana dei Fiumi, una delle opere più celebri del maestro Gian Lorenzo Bernini. Tra le numerose figure che adornano questa fontana, il leone è un elemento che cattura particolarmente l’attenzione dei visitatori, simbolizzando forza e maestosità in un contesto artistico di straordinaria bellezza.
Realizzata tra il 1648 e il 1651 su commissione di Papa Innocenzo X, la Fontana dei Fiumi è un capolavoro di arte barocca. La fontana rappresenta i quattro grandi fiumi dei quattro continenti conosciuti all’epoca: il Nilo per l’Africa, il Gange per l’Asia, il Danubio per l’Europa e il Rio della Plata per le Americhe. Ogni fiume è personificato da una statua colossale che esprime le caratteristiche del rispettivo continente.
Il leone, situato accanto alla rappresentazione del fiume Nilo, è una figura che incarna potenza e regalità. Raffigurato mentre beve dalle acque della fontana, il leone simboleggia la vita che scaturisce dall’acqua, un elemento essenziale per l’esistenza umana e animale. La scelta del leone non è casuale: nel simbolismo cristiano e nell’iconografia dell’epoca, il leone rappresenta anche la resurrezione e la forza spirituale.
Il leone di Bernini è scolpito con una cura meticolosa dei dettagli, che ne esaltano la maestosità e la vividezza. Le possenti zampe, la criniera fluente e l’espressione intensa del volto rendono questa scultura un esempio perfetto della maestria di Bernini nel trasformare il marmo in vita. La postura del leone, colto nell’atto di bere, aggiunge un senso di movimento e realismo che contribuisce a rendere l’intera fontana un’opera dinamica e affascinante.
Il leone della Fontana dei Fiumi ha un impatto culturale significativo, rappresentando non solo un elemento decorativo ma anche un simbolo potente che evoca la grandezza e la ricchezza della natura. La sua presenza in Piazza Navona, un luogo di incontro e di celebrazione per i romani e i turisti, sottolinea l’importanza dell’arte come mezzo per comunicare valori universali e per arricchire l’esperienza collettiva dello spazio urbano.

Il leone della Fontana dei Fiumi è una testimonianza eloquente della genialità artistica di Gian Lorenzo Bernini e della sua capacità di infondere vita nel marmo. Questo simbolo di forza e maestosità, inserito in uno dei contesti più affascinanti di Roma, continua ad affascinare e ispirare i visitatori di tutto il mondo. La Fontana dei Fiumi, con il suo leone imponente, rimane uno dei capolavori indiscussi del barocco romano, un luogo dove l’arte e la storia si fondono in una danza eterna di bellezza e significato.

Conosci Roma ed i suoi monumenti?
Aggiungi un tuo commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Conosci Roma ed i suoi monumenti? Aggiungi un tuo <a href="#respond" title="Inserisci un commento"><i class=" far fa-comment-dots"></i> commento</a> oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

Clicca qui per vedere tutte le foto di Roma:
foto gallery

Ecco dove si trova la fontana:

un leone sul lato orientale che sbuca, come il cavallo, dalla cavità delle rocce per abbeverarsi ai piedi di una palma africana (realizzata da Giobatta Palombo nel 1650) che si innalza fino alla base dell’obelisco
Continua e approfondisci su Wikipedia

The lion statue in the Fountain of the Four Rivers in the square called Navona in Rome – La statue du lion dans la Fontaine des Quatre Fleuves sur la place Navona à Rome – La estatua del león en la Fuente de los Cuatro Ríos en la plaza llamada Navona en Roma – A estátua do leão na Fonte dos Quatro Rios, na praça chamada Navona, em Roma – Die Löwenstatue im Vierströmebrunnen auf dem Platz namens Navona in Rom – Tượng sư tử tại Đài phun nước Bốn con sông ở quảng trường Navona ở Rome

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

Vico del Bottone a Sestri Levante

Vico del Bottone a Sestri Levante

Il vicolo chiamato del bottone nel centro storico di Sestri Levante.
Nel pittoresco centro storico di Sestri Levante, un piccolo e affascinante passaggio è conosciuto come il Vico del Bottone. Questo stretto vicolo, ricco di storia e carattere, offre uno sguardo autentico sulla vita e sulle tradizioni di questa affascinante città ligure.
Il Vico del Bottone deve probabilmente il suo nome a una leggenda locale o forse a una vecchia bottega di bottoni che un tempo si trovava qui. Le botteghe artigiane erano comuni nei vicoli stretti delle città italiane, e questa piccola bottega potrebbe aver servito sia gli abitanti locali che i marinai di passaggio. Col tempo, il nome “Vico del Bottone” è diventato una testimonianza della vita quotidiana e delle attività economiche che caratterizzavano la Sestri Levante di un tempo.
Il Vico del Bottone è un esempio perfetto dell’architettura tradizionale ligure. Le sue strette mura, le facciate color pastello e i balconi fioriti creano un’atmosfera intima e accogliente. Gli archi e i portoni in legno massiccio raccontano storie di tempi passati, mentre i dettagli come gli stipiti in ardesia conferiscono al vicolo un tocco di romanticismo e mistero.
Passeggiando per il Vico del Bottone, si può ammirare la bellezza semplice ma affascinante delle case storiche, molte delle quali risalenti a secoli fa ed una in particolare chiamata Casa delle Viti coperta da una imponente pianta di vite (che si vede in foto). I vicoli stretti invitano i visitatori a rallentare e godersi il ritmo tranquillo della vita in una città ligure.
Nonostante la sua posizione centrale, il Vico del Bottone rimane un luogo di pace e tranquillità. Lontano dal trambusto delle strade principali, questo angolo nascosto offre un rifugio perfetto per chi cerca un momento di serenità. Qui, si può trovare una panchina su cui sedersi e riflettere, godendosi la bellezza e la calma del vicolo.
Visitare il Vico del Bottone è come fare un salto indietro nel tempo. Questo piccolo ma prezioso angolo di Sestri Levante offre una prospettiva unica sulla storia e sulla vita quotidiana della città. È un luogo dove il passato incontra il presente, e dove ogni pietra racconta una storia.
In conclusione, il Vico del Bottone è uno dei tanti gioielli nascosti di Sestri Levante, un luogo che merita di essere scoperto e apprezzato per la sua bellezza e il suo fascino senza tempo. Passeggiando per questo vicolo, si può respirare l’autentica atmosfera ligure e scoprire un pezzo della storia di questa incantevole città costiera.

Conosci il centro storico di Sestri Levante?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Vico del Bottone a Sestri Levante

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Ecco dove si trova esattamente il punto in cui ho scattato la foto:

The alley called del bottone in the historic center of Sestri Levante – L’allée appelée del bottone dans le centre historique de Sestri Levante – El callejón llamado del bottone en el centro histórico de Sestri Levante – O beco chamado del bottone no centro histórico de Sestri Levante – Die Gasse namens del Bottone im historischen Zentrum von Sestri Levante – Con hẻm có tên del bottone ở trung tâm lịch sử của Sestri Levante

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute.
La calendula, conosciuta scientificamente come Calendula officinalis, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae, amata per i suoi vivaci fiori giallo-arancio. Originaria dell’area mediterranea, la calendula è coltivata in tutto il mondo non solo per la sua bellezza ornamentale, ma anche per le sue straordinarie proprietà medicinali e cosmetiche.
La calendula cresce fino a 70 cm di altezza e presenta foglie lanceolate e leggermente pelose. I suoi fiori, che sbocciano dalla primavera all’autunno, sono composti da petali luminosi e raggianti disposti attorno a un disco centrale. La pianta preferisce luoghi soleggiati e terreni ben drenati, ed è relativamente facile da coltivare, rendendola una scelta popolare nei giardini e negli orti.

La calendula è utilizzata da secoli nella medicina tradizionale per le sue proprietà curative. Alcune delle sue applicazioni medicinali includono:
– Azione antinfiammatoria e cicatrizzante: gli estratti di calendula sono noti per favorire la guarigione delle ferite e per ridurre l’infiammazione. Sono spesso usati in pomate e creme per trattare tagli, abrasioni, ustioni minori e dermatiti.
– Proprietà antimicrobiche: la calendula ha dimostrato di avere effetti antibatterici e antifungini, aiutando a prevenire le infezioni cutanee.
– Sostegno alla salute della pelle: i prodotti a base di calendula sono comuni nella cura della pelle grazie alla loro capacità di idratare e lenire irritazioni. È particolarmente utile per pelli sensibili o affette da eczemi.
– Tisane e infusi: la calendula può essere utilizzata anche sotto forma di tisana, che può aiutare a lenire disturbi digestivi e favorire la digestione.

Oltre alle sue proprietà medicinali, la calendula è molto apprezzata nell’industria cosmetica. Gli estratti di calendula sono spesso inclusi in formulazioni per la cura della pelle e dei capelli. Le sue capacità emollienti e lenitive la rendono un ingrediente ideale per creme idratanti, lozioni, shampoo e balsami. Inoltre, la calendula è utilizzata in prodotti per bambini grazie alla sua delicatezza.
Coltivare la calendula è semplice, il che la rende adatta sia ai giardinieri esperti che ai principianti. Ecco alcuni consigli per la coltivazione:

– Esposizione: pianta la calendula in una zona che riceve pieno sole per ottenere fioriture abbondanti.
– Terreno: predilige terreni ben drenati e fertili. Aggiungere compost può migliorare la crescita.
– Annaffiatura: la calendula necessita di annaffiature regolari, soprattutto durante i periodi di siccità, ma evita i ristagni d’acqua.
– Raccolta dei fiori: i fiori di calendula possono essere raccolti regolarmente per promuovere una continua fioritura. Sono utilizzabili freschi o essiccati per preparare tisane, estratti o unguenti.

La calendula è spesso associata al sole per il suo colore brillante e la sua capacità di seguire il percorso del sole nel cielo. In molte culture, è simbolo di amore, bellezza e fedeltà. Nel linguaggio dei fiori, la calendula rappresenta anche il dolore e la compassione, simboleggiando i sentimenti di chi è in lutto.

In conclusione, la calendula non è solo un elemento decorativo del giardino, ma anche una pianta dai numerosi benefici per la salute e la bellezza. Che venga utilizzata in preparati medicinali, cosmetici o semplicemente come parte di un giardino fiorito, la gialla calendula continua a brillare come un piccolo sole, portando con sé benessere e vitalità.

Ti piace questo fiore?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

La gialla Calendula: un fiore di sole e di salute

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Il vivaio nel quale sono stato è: Vivai Gaggero a Carasco.

Il nome del genere deriva dal latino Calendae, parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, dato che fiorisce in continuazione più o meno durante tutta l’estate. Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (o Linneo) (1707-1778) nella pubblicazione ” Species Plantarum” ( Sp. Pl. 2: 921 ) del 1753.
Continua e approfondisci su Wikipedia

The yellow marigold: a flower of sun and health – Le souci jaune : une fleur de soleil et de santé – La caléndula amarilla: una flor de sol y salud. – O calêndula amarelo: uma flor de sol e saúde – Die gelbe Ringelblume: eine Blume der Sonne und Gesundheit – Cúc vạn thọ màu vàng: loài hoa của mặt trời và sức khỏe

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife.
Il Parco Nazionale di Timanfaya, situato nell’isola di Lanzarote nelle Canarie, è una delle meraviglie naturali più spettacolari della Spagna. A pochi chilometri dalla città di Arrecife, questo parco offre un paesaggio lunare unico, caratterizzato da una vasta distesa di vulcani e colate laviche che testimoniano la potenza e la bellezza della natura.
Il parco di Timanfaya copre un’area di circa 51 chilometri quadrati ed è il risultato di eruzioni vulcaniche avvenute tra il 1730 e il 1736, con un’altra significativa eruzione nel 1824. Questi eventi hanno ridisegnato completamente il paesaggio dell’isola, creando oltre 100 vulcani di diverse dimensioni e forme. La forza delle eruzioni ha sepolto interi villaggi e trasformato l’ecosistema, rendendo il terreno sterile ma allo stesso tempo straordinariamente affascinante.
Tra i molti vulcani che popolano il parco, alcuni dei più notevoli includono:
– Montañas del Fuego: Queste “Montagne di Fuoco” rappresentano il cuore del parco. Qui è possibile vedere dimostrazioni geotermiche che mostrano come il calore sotto la superficie sia ancora attivo. Le temperature a pochi metri di profondità possono raggiungere i 400°C.
– Caldera Blanca: con un cratere di circa 1,2 chilometri di diametro, è uno dei vulcani più imponenti del parco. Un sentiero escursionistico permette di raggiungere la sommità e godere di una vista panoramica mozzafiato.
– Montaña Rajada: conosciuta per le sue particolari striature di lava solidificata, offre un esempio perfetto di come le diverse colate laviche si siano sovrapposte nel tempo.
Nonostante il terreno arido e vulcanico, Timanfaya ospita una sorprendente varietà di specie vegetali adattate a condizioni estreme. Le piante succulente e i licheni sono particolarmente comuni. La fauna, sebbene limitata, include alcune specie di rettili, insetti e uccelli che hanno trovato il modo di prosperare in questo ambiente ostile.
Timanfaya è una delle principali attrazioni turistiche di Lanzarote. Ogni anno, migliaia di visitatori esplorano il parco attraverso tour guidati, percorsi escursionistici e gite in cammello. Il centro visitatori offre informazioni dettagliate sulla storia geologica e biologica del parco, oltre a esposizioni interattive.
Le autorità del parco sono fortemente impegnate nella conservazione dell’ecosistema fragile di Timanfaya. L’accesso è regolamentato e ci sono rigide normative per garantire che il turismo non danneggi l’ambiente. La sostenibilità è al centro delle politiche del parco, con misure che includono l’uso di energie rinnovabili e la gestione oculata delle risorse idriche.
Visitare il Parco Nazionale di Timanfaya è un’esperienza che lascia un’impressione duratura. Il paesaggio vulcanico, con i suoi colori cangianti e le forme bizzarre, sembra uscito da un altro mondo. Le dimostrazioni geotermiche e la possibilità di camminare su terreni che ancora pulsano di calore vulcanico rendono la visita non solo un’occasione di svago, ma anche un’opportunità per comprendere meglio le dinamiche del nostro pianeta.

In conclusione, i vulcani di Timanfaya rappresentano non solo un’importante risorsa naturale, ma anche un patrimonio culturale e scientifico di inestimabile valore. Arrecife, con la sua vicinanza al parco, offre una base ideale per esplorare questa meraviglia della natura e perdersi nella bellezza e nel mistero dei suoi paesaggi vulcanici.

Conosci l’isola di Arrecife?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

I tanti vulcani del parco Timanfaya ad Arrecife

Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Tamron 16-300.

Per vedere tutte le foto che ho scatta nel parco, clicca qui:
foto gallery

Il parco nazionale Timanfaya è un parco nazionale esteso sulla porzione meridionale di Tinajo e sulla porzione settentrionale di Yaiza, a Lanzarote, in Spagna. Il parco occupa una parte consistente del quadrante sud-occidentale dell’isola di Lanzarote.
Continua e approfondisci su Wikipedia

The many volcanoes of the Timanfaya park in Arrecife – Les nombreux volcans du parc Timanfaya à Arrecife – Los numerosos volcanes del parque de Timanfaya en Arrecife – Os muitos vulcões do parque Timanfaya em Arrecife – Die vielen Vulkane des Timanfaya-Parks in Arrecife – Nhiều ngọn núi lửa của công viên Timanfaya ở Arrecife

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

Il Battistero della Cattedrale di Bergamo

Il Battistero della Cattedrale di Bergamo

Il Battistero della Cattedrale di Bergamo.
Nel cuore della città alta di Bergamo, circondata da antiche mura e strette stradine lastricate, si erge imponente la Cattedrale di Sant’Alessandro, una delle più importanti testimonianze dell’arte sacra in Lombardia. Tra le sue gemme più preziose spicca il Battistero, una struttura di grande rilevanza artistica e storica che incanta i visitatori con la sua bellezza e la sua spiritualità intrinseca.
Il Battistero della Cattedrale di Bergamo, dedicato a San Giovanni Battista, risale al periodo medievale, con alcune parti che risalgono addirittura al IX secolo. La sua architettura riflette lo stile romanico, con influenze successive del gotico e del rinascimento, testimonianza dei diversi periodi storici che hanno plasmato la città nel corso dei secoli.
La struttura esterna del Battistero è caratterizzata da una facciata semplice ma elegante, ornata da archi ciechi, lesene e un portale decorato con sculture sacre. All’interno, gli affreschi medievali e gli elementi architettonici rinascimentali creano un’atmosfera di sacralità e contemplazione.
Uno dei tesori più preziosi del Battistero sono gli affreschi che adornano le sue pareti, risalenti principalmente al XIII e al XIV secolo. Queste opere d’arte sacra, realizzate da artisti anonimi dell’epoca, narrano storie bibliche e scene della vita di San Giovanni Battista, dando vita alla fede e alla devozione dei fedeli.
Tra gli affreschi più celebri vi è il ciclo della vita di San Giovanni Battista, che comprende episodi come la sua nascita miracolosa, il suo ministero nel deserto e il suo martirio. Le vivide rappresentazioni e l’uso sapiente del colore conferiscono loro un fascino senza tempo, trasportando i visitatori in un viaggio spirituale attraverso la storia della cristianità.
Il Battistero è un luogo di grande importanza spirituale per i fedeli bergamaschi e per i visitatori in cerca di riflessione e contemplazione. È qui che molti cristiani ricevono il sacramento del battesimo, un rito di iniziazione nella fede cristiana che simboleggia la rinascita spirituale e la comunione con Dio.
Oltre alla sua funzione liturgica, il Battistero rappresenta anche un simbolo della continuità della fede cristiana attraverso i secoli. Le generazioni di fedeli che si sono avvicendate hanno lasciato il loro segno in questo luogo sacro, contribuendo a preservare la sua bellezza e la sua importanza storica per le future generazioni.
Il Battistero della Cattedrale di Bergamo è aperto ai visitatori che desiderano ammirare la sua bellezza artistica e vivere un momento di spiritualità. I turisti possono partecipare alle visite guidate organizzate dalla diocesi locale o esplorare il Battistero in modo autonomo, lasciandosi incantare dalle sue opere d’arte e dalla sua atmosfera suggestiva.

In conclusione, il Battistero della Cattedrale di Bergamo rappresenta un capolavoro dell’arte sacra e un luogo di profonda significatività spirituale. Con la sua architettura affascinante, le sue decorazioni mozzafiato e la sua storia millenaria, continua a ispirare e a elevare coloro che lo visitano, offrendo loro un’esperienza unica di bellezza e di contemplazione.

Conosci Bergamo?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Il Battistero della Cattedrale di Bergamo

Foto scattata con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

Questo è il sito ufficiale della Cattedrale: cattedraledibergamo.it.

Per vedere tutte le foto che ho scattato a Bergamo, clicca qui:

Dove si trova il battistero:

Il battistero di Bergamo è l’edificio destinato al rito battesimale, realizzato nel XIV secolo da Giovanni da Campione, e conservato dal 1900 sulla piazza del Duomo di Bergamo, di fronte alla basilica di Sant’Alessandro. Fin dal X secolo a Bergamo vi erano presenti più chiese, tra queste una intitolata a san Vincenzo, residenza vescovile, istituita dal vescovo Adalberto e la chiesa di Santa Maria Vetus destinata a essere la chiesa battesimale.
Continua e approfondisci su Wikipedia

The Baptistery of the Cathedral of Bergamo – Le Baptistère de la Cathédrale de Bergame – El Baptisterio de la Catedral de Bérgamo – O Batistério da Catedral de Bérgamo – Das Baptisterium der Kathedrale von Bergamo – Nhà rửa tội của Nhà thờ Bergamo

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.

Le case sul mare nel borgo di Portovenere

Le case sul mare nel borgo di Portovenere

Le case sul mare nel borgo di Portovenere.
Portovenere, incastonata tra le scogliere a picco sul mare della Riviera Ligure di Levante, è un gioiello nascosto che affascina con il suo paesaggio mozzafiato e la sua storia millenaria. Questo incantevole borgo marinaro, situato nel Golfo dei Poeti, è famoso per i suoi colorati edifici che si arrampicano lungo le rive rocciose, creando un quadro incantevole e indimenticabile.
Le case sul mare di Portovenere rappresentano il cuore pulsante di questa pittoresca località. Con le loro facciate variopinte, le finestre ornate di fiori e i balconi affacciati sul blu infinito del Mar Ligure, queste dimore sono un’ode alla bellezza e alla semplicità della vita costiera. Ogni angolo del borgo offre scorci da cartolina che catturano l’immaginazione e il cuore dei visitatori.
Camminando per le strette viuzze lastricate di Portovenere, ci si trova immersi in un’atmosfera magica e senza tempo. Le case sul mare si susseguono una dopo l’altra, ognuna con la propria personalità e il proprio fascino unico. Alcune conservano ancora i dettagli architettonici originali, risalenti a secoli fa, mentre altre sono state restaurate con cura per preservarne l’autenticità e il carattere.
Molte di queste affascinanti dimore sono state trasformate in accoglienti bed and breakfast, boutique hotel e affittacamere, offrendo ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza autentica e immersiva nel cuore di Portovenere. Svegliarsi al suono delle onde che lambiscono la costa e godere di una colazione sulla terrazza con vista sul mare diventa un sogno diventato realtà per coloro che scelgono di soggiornare in una di queste incantevoli case sul mare.
Ma non sono solo le dimore a rendere Portovenere un luogo speciale. Il borgo è anche ricco di storia e cultura, con i suoi antichi castelli, le chiese medievali e le affascinanti stradine che si snodano tra le case. La Chiesa di San Pietro, situata su una scogliera che domina il mare, offre una vista spettacolare sulla baia e sulle isole circostanti, mentre il Castello Doria, un’imponente fortezza costruita nel XII secolo, testimonia la ricca storia militare del borgo.
Portovenere è anche il punto di partenza ideale per esplorare le Cinque Terre, un altro gioiello della Riviera Ligure noto per i suoi paesaggi mozzafiato e i suoi pittoreschi villaggi costieri. Con i suoi sentieri panoramici che si snodano tra vigneti terrazzati e uliveti, le Cinque Terre sono un paradiso per gli amanti del trekking e della natura.
In conclusione, le case sul mare di Portovenere rappresentano non solo un luogo di soggiorno, ma una porta d’ingresso a un mondo di bellezza, fascino e avventura. Con la sua storia millenaria, la sua cultura vibrante e i suoi panorami mozzafiato, Portovenere è una destinazione che incanta e affascina i viaggiatori di tutto il mondo, trasportandoli in un’atmosfera di magia e meraviglia che rimarrà impressa nei loro cuori per sempre.

Conosci Portovenere?
Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Le case sul mare nel borgo di Portovenere

Le case sul mare nel borgo di Portovenere

Foto scattate con macchina Canon EOS RP e lente Canon RF 24-50.

Clicca qui per vedere tutte le foto del borgo:
foto gallery

Dove si trova Portovenere:

Nel 1997 Porto Venere, insieme con le isole Palmaria, Tino, Tinetto e le Cinque Terre è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Il comune di Porto Venere sorge all’estremità meridionale di una penisola, la quale, distaccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del golfo della Spezia, detto anche “golfo dei Poeti”.
Continua e approfondisci su Wikipedia

The houses by the sea in the village of Portovenere – Les maisons en bord de mer dans le village de Portovenere – Las casas junto al mar en el pueblo de Portovenere – As casas à beira-mar na aldeia de Portovenere – Die Häuser am Meer im Dorf Portovenere – Những ngôi nhà bên bờ biển ở làng Portovenere

Il testo del post è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT, un modello di lingua di OpenAI.