Salmone alla Ligure

Salmone alla Ligure.
Il titolo è buttato un po’ lì perché non sapevo come chiamarlo…
Una bella fettina di salmone norvegese, cotto in padella con olive, cipolla, capperi e pinoli con contorno di patate bollite…
Un piatto invitante no? Lo Chef è la signora Emma, come per quasi tutti i piatti che sono stati fotografai sul blog!

salmone alla ligure

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Pasta alla carbonara

Pasta alla carbonara

Pasta alla carbonara. Che bel piattino eh?
Magari i puristi potrebbero storcere l’occhio perchè questa è quasi una frittata a cui manca la panna però il risultato è molto gustoso.
Pancetta, uova, olio e pasta (spaghetti nell’occasione).
Facile e veloce!

Pasta alla carbonara

Come di consueto vi propongo un link alla lettura di qualcosa di più sulla Carbonara. Non amo fare copia ed incolla per cui vi mando alla pagina di Wikipedia per cominciare una lettura.

Bistecca

Bistecca

Bistecca.
Una bella bistecca alla griglia (che nella realtà, in questo caso, è molto simile ad una fiorentina) è quello che ci vuole per fare un bel pranzetto!!
Spero almeno di farvi venire un po’ di acquolina in bocca!

Bistecca

Carote e piselli

Carote e piselli

Carote e piselli.
Non c’è niente di malizioso.
E’ solo la foto di un contorno, una delle mie solite immagini di cibo che non interessano a nessuno.
Poi perchè devo dare tante spiegazioni… se mi piace fare queste foto.

Carote e piselli

Salmone alla norvegese, la ricetta

Salmone alla norvegese.
Questa mattina sono stato al supermercato ed ho visto, tra pesce brutto e carissimo un bel salmone, di media grandezza, di ottimo aspetto e di prezzo contenuto. Modestamente ho una certa esperienza di salmoni, che ho pescato sia in Alaska che in Norvegia, di cui ho visto l’inseminazione artificiale, l’allevamento, la preparazaione del pesce fresco per l’esportazione e i vari sistemi di affumicamento. Più avanti magari vi farò vedere alcune foto che ho fatto in Norvegia…

Bene, venendo a noi e guardando il salmone ne ho comperato uno di di circa un chilo e mezzo ed ho pensato di suggerire a Marietto un meraviglioso sistema di preparazione di questo pesche straordinario, ricco di grassi buonissimi, leggero e saporito: il salmone crudo alla Norvegese.

Per eseguire questa preparazione bisogna avere un salmone fresco di medie/grandi dimensioni: se non siete convinti della freschezza del pesce che vedete esposto, potete informarvi sul prossimo arrivo e potete stare tranquilli perchè il salmone arriva in aereo giornalmente dalla Norvegia, freschissimo e già sventrato. Se non ne siete capaci, chiedete all’addetto del negozio di squamarlo, togliere la testa e di sfilettarlo togliendo la spina centrale. Una volta a casa, con una pinzetta, togliete pazientemente le spine che sono rimaste vicino alla testa, anche quelle morbide, che sono sotto una pellicina bianca, togliete anche questa e lavate bene il pesce sotto l’acqua corrente. Prendete poi alcuni cucchiai di sale fino e spolverate con una certa abbondanza ma senza esagerare uno dei due filettoni (che si chiamano baffe) e poi, con altri cucchiai di zucchero (lo zucchero deve essere un po’ meno del sale) e spolverate ancora lo stesso filetto. Poi, con attenzione mettete il secondo filetto esattamente sopra a quello spolverato di sale e zucchero. Avvolgete adesso il pesce in un telo o un asciugamano, mettetelo in un piatto che possa contenere l’acqua che il pesce perderà e mettetelo in frigorifero. Ogni giorno, per tre giorni, togliete il piatto dal frigorifero e buttate l’acqua che sarà uscita ma senza aprire il telo. La terza volta, dopo aver fatto uscire l’ultima acqua, aprite l’involto, e vedrete che il salmone avrà un bel colore e non ci sarà più nè sale nè zucchero che saranno stati assorbiti dallo stesso. Adesso, se volete ed a seconda dei gusti, mettete su di una metà abbondante finocchietto selvatico o grani di pepe rosa e verde, rimettete le due baffe assieme e rimettete il pesce in frigo per ancora un paio di giorni, dopo i quali il salmone marinato sarà pronto per essere consumato, senza l’aggiunta di nulla, né olio né limone.
Marietto, che è solo, surgela una baffa e comincia a mangiare l’altra metà affettandola di piatto iniziando dalla coda come se fosse affumicato. Il salmone crudo alla norvegese, infatti, si presenterà compatto e di uno splendido color rosa come se fosse affumicato ma sarà meno salato e molto saporito, specialmente se affettato e mangiato assieme al finnocchietto ed ai grani di pepe. Quersto ottimo pesce potrà essere servito con verdura, potrà far parte di una ottima insalata, potrà essere utilizzato per tartine o, più semplicemente messo in un panino, che magari prima avrete spalmato con formaggio filadelfia e con l’aggiunta di alcuni anelli di cipolla. Marietto è soddisfatto e, se riuscirà a resistere senza mangiarla, pensa di utilizzare l’altra metà che ha surgelato per stupire i suoi amici per il pranzo di Natale…. e che risparmio rispetto al salmone affumicato!!!

Ingredienti: un salmone fresco di un chilo e mezzo circa; 80 grammi di sale circa, 60 grammi di zucchero circa, un mazzetto di finocchietto selvatico, pepe rosa e pepe verde a seconda dei gusti.

L’immagine in evidenza è stata presa da Pixabay.com

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Carne trita e purea di patate

Carne trita e purea

Carne trita e purea di patate.
Questo è quasi sicuramente uno dei piatti che più preferisco: carne trita e purea di patate.
Non so nemmeno se sia un piatto italiano oppure svizzero (ma dai flebili ricordi che ho dall’asilo mi sembra italiano) resta il fatto che a me fa veramente impazzire.

Se poi vi dico come mi piace mangiarlo… Mi piace mescolare tutto fino ad avere un “pappone” che di solito fa inorridire tutti i commensali ma che è buonissimo.
Buon appetito!

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Carne trita e purea

La carne macinata o carne trita è carne sminuzzata in maniera più o meno fine. Le normative comunitarie definiscono “carni macinate” le carni disossate che sono state sottoposte a un’operazione di macinazione in frammenti e contengono meno dell’1% di sale. In passato la carne veniva tritata con il coltello o con la mezzaluna, in tempi moderni la macinazione avviene tramite un attrezzo chiamato tritacarne. Lo sminuzzamento delle fibre della carne fa sì che la carne macinata cuocia molto più rapidamente della carne intera, in alcune preparazioni viene anche consumata a crudo. La carne macinata viene ottenuta soprattutto da carne di manzo, vitello, maiale ma anche selvaggina, più rare le carni macinate di agnello e pollame.
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Un bel piatto di pasta, i fusilli, al ragù di carne

Pasta al ragùv

Un bel piatto di pasta, i fusilli, al ragù di carne.
Un’altra specialità di casa mia: il ragù di carne di mia mamma.
Questa volta è il condimento dei fusilli… fantastici.
So che qualcuno dei miei visitatori non apprezza poi più di tanto queste immagini però a me piacciono molto e poi, se so di riuscire a far venire l’acquolina in bocca a qualche passante, sono a posto così!!!

Conosci la ricetta di questo sugo o mi vuoi spiegari come lo prepari tu? Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.

Pasta al ragùv

Il ragù è un condimento a base di carne a pezzi o macinata, cotta per molte ore a fuoco basso, con odori variabili a seconda della variante locale, e solitamente con l’aggiunta di pomodoro. I ragù più diffusi in Italia sono il ragù bolognese e quello napoletano.
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Spaghetti al pesto, la ricetta

spaghetti al pesto

Spaghetti al pesto, la ricetta.
Forse non è il tipo di pasta ufficiale da accompagnare al pesto alla genovese (trenette o trofie) però farsi un piatto di spaghetti condendoli con quella meraviglia che la natura ci offre da queste parti è spettacolare ugualmente!
E poi è così semplice: basilico, olio, sale, aglio, pinoli e formaggio.
E ditemi che non ho ragione…

Ed ecco la ricetta di Loris per gli spaghetti al pesto:

Di questa salsa tipica ligure gli ingredienti base sono il basilico, l’aglio, l’olio d’oliva, il formaggio grattugiato ed i pinoli.
Adesso vi voglio descrivere alcuni dettagli appunto su alcuni di questi ingredienti, dettagli che si accompagnano a ricordi della mia infanzia e dei miei nonni materni, veri liguri della riviera di levante.

– Il basilico. Il giorno d’oggi si parla giustamente del basilico di Prà che ha le caratteristiche perfette per il pesto ma una volta non sapevano neppure che cosa fosse: mio nonno diceva che il basilico perfetto e senza il brutto odore di menta doveva assolutamente crescere all’ombra e che i suoi fiori dovevano essere tolti appena spuntavano. Come avrebbero potuto fare il pesto nelle riviere di ponente e di levante?

– I pinoli. Mio nonno raccoglieva i pinoli sotto un vecchio pino domestico vicino a casa, rompeva i loro gusci e li conservava in un vasetto. Comunque la loro quantità nel pesto era sempre molto limitata… Quando erano finiti mia nonna ne comprava un’oncia per volta, cioè 25 grammi!

– il formaggio grattugiato: per mio nonno, nato nel 1886, “il formaggio” era solamente il sardo. Lui ne comperava una forma alla volta di quello mezzo stagionato, che veniva consumato a tavola con parsimonia. Alla fine della forma, il pezzetto che rimaneva e che nel frattempo era diventato bello duro veniva usato per cucinare, per mettere sulla pasta e per fare il pesto.

– L’olio d’oliva deve essere per forza ligure, per le sue caratteristiche di leggerezza e profumo.

Buon appetito!

Qui vi lascio una bella video-ricetta di GialloZafferano.

spaghetti al pesto

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