I ravioli al sugo di funghi della trattoria Marchin. Una divagazione dei classici ravioli liguri al ragù di carne è fare i ravioli al sugo di funghi. Se poi si è in autunno i funghi è facile che siano freschi e raccolti nella zona. Tra l’altro sul sito ci saranno diverse foto di funghi freschi che ho trovato andando a cercarli in zona.
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Questi sono dell’ottima trattoria Marchin a Mezzanego.
Il raviolo è un prodotto tipico della cucina italiana. Si può descrivere come un quadrato o tondo di pasta all’uovo ripiegato a contenere un ripieno a base di carne, di pesce, di verdure o formaggio, a seconda delle varie ricette locali. Il raviolo può essere servito in brodo o asciutto accompagnato da sughi o salse. La scelta dipende anche dal tipo di ripieno. Continua su Wikipedia
Marchin Trattoria’s mushroom sauce ravioli – Raviolis sauce aux champignons du restaurant Marchin – Raviolis con salsa de champiñones del restaurante Marchin – Ravioli com molho de cogumelos do restaurante Marchin – Ravioli mit Pilzsauce vom Restaurant Marchin – Ravioli sốt nấm của nhà hàng Marchin
La vera torta Pasqualina di casa mia, la ricetta. La torta Pasqualina è un piatto tipico ligure che in casa mia facciamo abbastanza spesso e che mia moglie Emmi esegue perfettamente, forse non seguendo perfettamente i canoni della ricetta ma in un modo che a noi (e ai nostri ospiti) piace moltissimo. E’ un piatto vegetariano che una volta si faceva per il Venerdì Santo, che veniva consumato quel giorno perché vegetariano ma che poteva essere portato nella gita in campagna o al mare che, tempo permettendo, si faceva il lunedì dell’Angelo. Il giorno d’oggi questa torta fa a buon diritto parte della grande serie di torte liguri che vengono fate e consumate durante tutto l’anno.
Anche al riguardo di questo piatto ho un bellissimo ricordo di molti anni fa: la torta Pasqualina del negozio di Marcenaro ma riguardo alle specialità di questo grande negozio mi stanno venendo in mente tanti ricordi che sarà meglio che ne parli in altra occasione… ma prometto che lo farò.
Purtroppo non ho mai visto il sig. Marcenaro preparare la torta pasqualina perciò dovrete accontentarvi di leggere come la facciamo noi in casa.
Innanzi tutto bisogna parlare della sfoglia: una volta si diceva che gli strati della sfoglia dovessero essere 33, come gli anni di Cristo ma noi facciamo una cosa molto più semplice, usando una pasta fatta con farina, un poco d’olio d’oliva, acqua, un pizzico di lievito di birra (sciolto nell’acqua) e una presina di sale. Per fare ancora prima si può anche usare una sfoglia del supermercato ma è bene sceglierne una della migliore qualità. A casa comunque facciamo la pasta da soli come prima cosa e la facciamo riposare per tutto il tempo dedicato alla preparazione dell’impasto.
Gli ingredienti sono sempre gli stessi ma è importante che le verdure siano freschissime e sempre di stagione. Le bietole sono disponibili tutto l’anno ma durante il periodo pasquale sarebbe un peccato non usare, oltre alle bietole, i carciofi e, se possibile, le borragini.
Dopo aver fatto bollire separatamente le verdure le tagliamo abbastanza finemente ed i carciofi più grossolanamente, facendo poi saltare tutto in olio d’oliva con salvia ed uno spicchio d’aglio. Dopo, una volta raffreddate le verdure, le mescoliamo con ricotta, uova sbattute , e formaggio grana grattugiato. Controlliamo che l’impasto sia salato e aggiungiamo una macinatina di pepe.
Stendiamo poi la sfoglia su di un tegame da forno oliato, copriamo con il nostro impasto (a seconda della quantità la torta diventerà più alta, preferibile almeno tre centimetri), facciamo alcuni piccoli avvallamenti dentro ognuno dei quali rompiamo un uovo, facendo attenzione a non rompere il rosso… l’idea sarebbe che ad ogni bella fetta corrispondesse anche un uovo. Copriamo con ancora almeno due o tre strati di sfoglia, i più sottili possibile.
Una volta chiusa la torta faremo al suo contorno una piccola treccia di pasta arrotolata e finalmente spennelleremo tutto con uovo sbattuto allungato leggermente con acqua. Un tocco di classe sarebbe mettere una cannuccia in un buchetto sotto la sfoglia di pasta più in alto e soffiare con delicatezza in modo che questa sfoglia gonfi e dia un aspetto più importante alla torta. Faremo poi cuocere il tutto a 180° finché la Pasqualina non prenderà un bel colore ambrato.
Nigiri: sushi di salmone. Se vado ad un ristorante giapponese le uniche due cose che mangio sono i nigiri ed il sashimi. Il nigiri è un tipo di sushi composto da una pallina di riso ed una fettina sottile di pesce adagiata sopra (in questo caso salmone). Si mangia intingendoli in salsa di soia e, se piace, wasabi.
Il sushi è un insieme di piatti tipici della cucina giapponese a base di riso insieme ad altri ingredienti come pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno è crudo e può essere servito appoggiato sul riso, arrotolato in una striscia di alga, disposto in rotoli di riso o inserito in una piccola tasca di tofu. Continua e approfondisci su Wikipedia.
Pansoti alla salsa di noci di Settembrin: tra i migliori. Una delle specialità della trattoria da Ou Settembrin di Carasco sono i pansoti alla salsa di noci. E forse sono tra i più buoni della zona.
Secondo te dove si possono gustare i migliori pansoti alla salsa di noci? Aggiungi un commento oppure vai nella parte bassa del sito per leggere cosa hanno scritto gli altri visitatori.
Se invece preferisci i ravioli vai a vedere il mio articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato i migliori ravioli al ragù della Provincia di Genova di Levante.
Non potevo certo esimermi dal pubblicarne una bella foto:
I pansoti, pansòti in ligure, (dal ligure pansa, in italiano “pancia”), sono una pasta ripiena tipica della cucina ligure, simile ai ravioli, da cui differiscono essenzialmente per la grandezza e l’assenza di carne nel ripieno. I pansoti alla salsa di noci (pansöti co-a sarsa de noxe) sono uno dei piatti più economici e caratteristici della tradizione genovese. I pansoti dato che non contengono carne, sono un piatto a base di magro, un tempo considerato adatto al periodo penitenziale della quaresima. Vengono spesso erroneamente chiamati anche “pansòtti”, in quanto in alcune provincie Liguri avviene verbalmente un’enfatizzazione delle ultime sillabe; la doppia lettera è pertanto da attribuirsi ad un linguaggio esclusivamente vocale. Continua e approfondisci su Wikipedia
A plate of pansoti with walnut sauce – Une assiette de pansoti sauce aux noix – Un plato de pansoti con salsa de nueces – Um prato de pansoti com molho de nozes – Ein Teller Pansoti mit Walnusssauce – Một đĩa pansoti sốt quả óc chó – 一盘核桃酱意粉 – クルミソースのパンソティのプレート
Ravioli alla salsa di noci: la ricetta. La variante ai più classici pansotti sono i ravioli di magro alla salsa di noci. Piatto tipico ligure dal gusto inconfondibile.
Al di fuori dalle nostre parti ho visto preparare questa salsa in tanti modi ma qui da noi, o meglio, nel nostro entroterra rivierasco, la salsa di noci si accompagna agli ancora più classici “pansotti” o “pansoti”: ravioli o ravioloni di verdure di diverse forme che possono essere piccoli come ravioli o grandi e chiusi come tortelloni ma, comunque, preparati con la pasta povera di uova tipica ligure e farciti con erbe selvatiche, ricotta, uova e formaggio grattugiato. Questa pasta è nata a Rapallo e nel suo entroterra per poi espandersi a tutta la provincia di Genova. Ho un caro ricordo della famiglia Valle che aveva una vecchia e piccola trattoria nella valle di Ne’, a Frisolino. Il nonno era una saggio conoscitore di caccia e della sua campagna (conosciutissimo in tutta la vallata e a Chiavari). Il primo figlio che aiutava anche lui in trattoria, il secondo figlio scapolo, specialista nella preparazione del coniglio, ed il piccolo Enrico che adesso è un uomo adulto, sposato con famiglia. La perla di questo gruppo di uomini era però la mamma di Enrico, moglie del primo figlio, grande cuoca della cucina povera e saporitissima dell’entroterra. Adesso che la trattoria non esiste più e che tutto il gruppo familiare è a cucinare nelle valli del paradiso, prima di parlare dei piatti che la signora Valle preparava, posso raccontare alcuni annedoti…
Non si poteva pensare a “da Valle” come ad una vera trattoria ma piuttosto come ad una riunione in famiglia assieme ad altri ospiti/amici e questi ricordi sono vivissimi perchè negli anni mi capitò di tutto: le posate erano tutte assortite, come i tovaglioli e poteva capitare che, come le tovaglie, fossero bucati o rotti ma comunque sempre pulitissimi. Un’altra volta, che avevo ospiti, fummo accolti dallo zio preparatore del coniglio, seduto sul gradino d’entrata, che si stava mettendo le scarpe e che, imperturbato ci salutò dicendo che il coniglio era pronto… Tra tutti, Enrico a parte, avranno avuto una trentina di denti. Le relazione pubbliche erano del nonno e del furbissimo Enrico mentre il primo figlio serviva ai tavoli. La grandezza di questo locale consisteva nella cucina, negli ingredienti poveri, nella parsimonia dell’olio fatto in famiglia ma specialmente nella grande maestria di quella donna con poco preparava cose eccelse. Il menu era sempre lo stesso: antipasto di salumi fatti in casa, pansotti alla salsa di noci, ravioli al sugo in cui spesso si vedeva una colombina o un altro fungo messo per arricchire la salsa, arrosto o cima o fritto misto di carne (poca) e verdure (tante e squisite) e un dessert fatto in casa.
I pansotti erano fatti come i ravioli ma lunghi il doppio e un po’ più larghi e la salsa profumava di un aroma che è poi il trucco che non viene mai citato nella sua preparazione.
Adesso torniamo alla salsa di noci. Per la sua praparazione necessitiamo di buone noci, pane ammollato nel latte e poi strizzato, poco aglio e poi l’aroma finale… a me piace pestare tutto nel mortaio ma si può usare anche il frullatore ad immersione ma poco alla volta per non scaldare la salsa. Io immergo per una trentina di secondi i gherigli nell’acqua bollente e appena tolti li metto subito sotto l’acqua fredda per poi pelarli con maggiore facilità. Intanto strizzo la mollica di pane messa a bagno nel latte e l’aggiungo alle noci, un poco d’aglio senza l’anima interna, poco sale e l’aroma tipico ligure, la erba persa, che a me piace abbondante. Proprio come faceva la signora Valle. Dopo aver pestato bene ed amalgamato il tutto mescolandolo con ottimo olio extravergine d’oliva ligure e la salsa è pronta. A me non piace aggiungere, come fanno in molti, il formaggio grattugiato per insaporire ed allungare la salsa ma allungarla con mezzo cucchiaio d’acqua di cottura e poi ma mettere il formaggio sulla pasta dopo averla servita. Buon appetito!
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Le fajitas sono uno dei piatti tipici messicani. In questo caso una buona variante, perché la ricetta originale credo preveda bocconcini di manzo o pollo, con gamberetti fritti. Le immancabili tortillas ti permettono di raccogliere il tutto.
Le fajita sono un piatto tipico della cucina messicana, sono piccoli bocconcini di carne (petto di pollo o carne di manzo, oppure entrambe) con peperone, cipolla, spezie, peperoncino piccante, paprica, e origano. La carne di manzo è fatta marinare per permettere una cottura più rapida e maggiore morbidezza della stessa, mentre il petto di pollo può essere utilizzato fresco. Continua su Wikipedia.
Francesinha. Piatto tipico portoghese. Una delizia di piatto anche se una bomba calorica: pane, formaggio, prosciutto, uovo, salsiccia, carne di vitello e salsa di pomodoro (arricchita con ingredienti segreti, credo salsa di clamato) cotti al forno.
La francesinha è un tipico sandwich portoghese, originario di Porto. Viene preparato con due fette di pane in cassetta farcite con salsiccia fresca, fiambre[1] (un prosciutto cotto tipico del Portogallo), linguiça, salumi e una bistecca di manzo, il tutto ricoperto con formaggio fuso e infornato in una terrina di terracotta con un’abbondante salsa a base di pomodoro, birra e peperoncino. Continua su Wikipedia.
I ravioli al ragù della trattoria Bocca Moà. Della serie foto di ravioli al ragù di carne, piatto tipico dell’entroterra della Riviera di Levante, questi sono stati mangiati domenica scorsa presso la trattoria (ma è anche un agriturismo) Bocca Moà (recensione su Tripdavisor) che si trova sulla strada per il lago di Giacopiane, credo comune di Borzonasca. Buoni ma non i migliori.
Vai a vedere il mio articolo con la mia personale classifica dei ristoranti dove ho mangiato i migliori ravioli al ragù della Provincia di Genova di Levante.
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Il raviolo è, poi, mutevole anche nel nome, mutandosi in agnolotto o agnellotto (di forma piccola) in Piemonte e nel Pavese, anolino nel Piacentino e nel Parmense, marubino nel Cremonese e nella pianura nord-orientale piacentina, tortello in Emilia e Lombardia, pansoti o pansotti in Liguria, tordello o turdelo nella Toscana nord occidentale e nell’estremo Levante ligure, tortello in quasi tutta la Toscana, dal Pistoiese all’Aretino, dal Pisano alla Maremma, cappellaccio nel Ferrarese, ravaioli o agnolotti nelle Marche, mentre in Irpinia vengono chiamati ravaiuoli e sono di pasta bianca. In alcune aree del meridione vengono chiamati “maccaruni chini”. Nel basso Cilento prendono il nome di “cauzuni” ed assumono la grandezza di una mano sono di pasta bianca (senza uovo) con ripieno di ricotta e prezzemolo. Continua e approfondisci su Wikipedia
Ecco dove si trova l’agriturismo:
Ravioli with ragù from Bocca Moà restaurant – Les raviolis au ragù du restaurant Bocca Moà – Los ravioles con ragú del restaurante Bocca Moà – O ravioli com ragù do restaurante Bocca Moà – Die Ravioli mit Ragù vom Restaurant Bocca Moà – Món ravioli với ragù của nhà hàng Bocca Moà