Asparagi verdi

Asparagi verdi.
Stranamente mi piacciono.
Ho inserito nel titolo l’aggettivo verdi poiche`di asparagi ve ne sono di tre tipi e gli altri non mi ispirano tanto.
Questi in particolare sono bolliti e poi passati in padella nel burro, un filo d’olio d’oliva e un pochino di pangrattato. Una delizia.

asparagi

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Cous cous, la ricetta

Cous cous.
Di ritorno da una bellissima vacanza in Sicilia, mi è rimasto impresso questo piatto semplice, mediterraneo di origine araba ma che fa parte della cucina della Sicilia Occidentale.
Durante una sosta a Mazara del Vallo ho mangiato un piatto di cous cous di pesce, discreto, ma di cui una signora di Marsala, vicina al mio tavolo a noi mi ha spiegato una preparazione casalinga e mi ha insegnato la preparazione della semola.
1) Utilizzare la semola di grano per cous cous che si trova comunemente nei supermercati. Si può usare anche il prodotto precotto
2) per quattro persone, utilizzare circa 300 di semola.
3) stemperare la semola a freddo con acqua fredda leggermente salata e formare dei grumi
4) Mettere la semola su un piatto bucato per la cottura a vapore oppure su un setaccio fine. La signora mi ha consigliato di mettere sotto la semola alcune foglie di alloro
5) Mettere il piatto bucato sopra una pentola in cui bolle acqua salata e fare lentamente ingrossare i grani di semola con il vapore, girandola ogni tanto (circa un’ora se non si usa prodotto precotto)
6) Ogni tanto aggiungere un po’ di olio, meglio se liquido di cottura del pesce che intanto avrete preparato a parte
7) Per la cottura (se non usate la semola precotta) ci vorrà ancora un’oretta, comunque controllatene la cottura…

Per la preparazione del pesce:
1) Scegliere pesci da zuppa, alcuni piccoli per la salsa e qualche trancio. Comunque dipende dal pescato fresco che trovate ma io suggerisco, per quattro persone: una seppia media, un paio di moscardini, quattro triglie, alcuni tranci di pescatrice, di nocciola, quattro gamberi e quattro scampi. Inoltre mezzo chilo di cozze e mezzo di vongole.
2) Pulire bene il pesce, tagliare a pezzetti i molluschi e fare aprire in pochissima acqua le cozze e le vongole (questa operazione serve per essere sicuri che dentro i frutti di mare non ci sia sabbia e rovinino così la zuppa)
3) Fare un fondo di cipolla, con uno spicchio di aglio e fate soffriggere in abbondante olio extra vergine.
4) Aggiungere al soffritto la seppia ed i moscardini tagliati a pezzi e fate soffriggere per cinque minuti
5) Aggiungere passata di pomodoro e far continuare la cottura per altri cinque minuti
6) Mettere poi nella casseruola i tranci di pesce ed i pesci piccoli (di scoglio) che avete trovato, i gamberi e gli scampi ed infine le cozze e le vongole con la loro acqua (meglio se filtrata)
7) far cuocere il tutto coperto ancora per dieci minuti, spegnere il fuoco e lasciare riposare per alcuni minuti. Prima di servire, quando la zuppa è un po’ raffreddata, vi consiglio di cercare e ed eliminare tutte le spine, lasciando solamente i gusci dei frutti di mare ed i crostacei . Rimettere il pesce sul fuoco, senza girarlo per non rompere ulteriormente il pesce e servire sopra il cous cous

Buon appetito!

Hamburger e luganega

hamburger e luganega

Hamburger e luganega.
Una strana accoppiata però quando la graticola è calda ci sta.
Un paio di belle svizzere (non so come mai da noi gli hamburger si chiamano anche così) accompagnato da un bel pzzo di luganega (la tipica salsiccia ligure).
Ottimo piatto, anche se nella foto sono ancora in fase di preparazione!

hamburger e luganega

Foto scattata con macchina Canon 600D e lente Canon 18-55 EFS.

Zuppa di pesce

Zuppa di pesce.
Piatto tipico marinaro: la zuppa di pesce.
Ovviamente non c’è una ricetta precisa: in ogni paese, se non addirittura ogni casa, la fa a suo modo considerando quello che passa il convento.

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Coniglio in umido

Coniglio in umido.
Un bel piatto: coniglio in umido cioè cotto in casseruola con carciofi.
Per la ricetta, purtroppo, dovrete cercare altrove; qui ci sono solo le foto e ogni tanto (quando il cibo fotografato lo mangio io) anche qualche commento sul sapore.

coniglio in umido

Stewed rabbit that is cooked in a casserole with artichokes – Lapin mijoté cuit en cocotte avec artichauts – Conejo estofado que se cocina a la cazuela con alcachofas – Coelho estufado que é cozido em uma caçarola com alcachofras – Geschmortes Kaninchen, das in einer Kasserolle mit Artischocken gekocht wird – Thỏ hầm nấu với atiso – 用洋蓟在砂锅中烹制的炖兔 – アーティチョークと一緒にキャセロールで調理したうさぎの煮込み

Spezzatino di carne

Spezzatino di carne.
Vi mancavano le mie foto di cose da mangiare?
Ecco cosa ho mangiato oggi, uno spezzatino di carne (che è in pratica una variante del più famoso gulasch ungherese) fatto con carne di manzo, maiale, patate, cipolle e carote (le ultime tre non ci sono nella foto perché non le adoro).
Vi ho fatto venire un po’ di acquolina in bocca?

spezzatino di carne

Si tratta di una preparazione per lo più semiliquida (zuppa), che i mandriani cucinavano dentro un grande paiolo messo sopra un fuoco alimentato dalla legna all’aperto quando, ad esempio, trasportavano i pregiati bovini grigi di razza podolica (razza bovina dalle lunghe corna) dalla pianura della pusta ai mercati di Moravia, Vienna e Norimberga.
Continua e approfondisci su Wikipedia.

Carne trita e purea di patate

Carne trita e purea

Carne trita e purea di patate.
Questo è quasi sicuramente uno dei piatti che più preferisco: carne trita e purea di patate.
Non so nemmeno se sia un piatto italiano oppure svizzero (ma dai flebili ricordi che ho dall’asilo mi sembra italiano) resta il fatto che a me fa veramente impazzire.

Se poi vi dico come mi piace mangiarlo… Mi piace mescolare tutto fino ad avere un “pappone” che di solito fa inorridire tutti i commensali ma che è buonissimo.
Buon appetito!

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Carne trita e purea

La carne macinata o carne trita è carne sminuzzata in maniera più o meno fine. Le normative comunitarie definiscono “carni macinate” le carni disossate che sono state sottoposte a un’operazione di macinazione in frammenti e contengono meno dell’1% di sale. In passato la carne veniva tritata con il coltello o con la mezzaluna, in tempi moderni la macinazione avviene tramite un attrezzo chiamato tritacarne. Lo sminuzzamento delle fibre della carne fa sì che la carne macinata cuocia molto più rapidamente della carne intera, in alcune preparazioni viene anche consumata a crudo. La carne macinata viene ottenuta soprattutto da carne di manzo, vitello, maiale ma anche selvaggina, più rare le carni macinate di agnello e pollame.
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Minced meat and mashed potatoes – Viande hachée et purée de pommes de terre – Carne picada y puré de patatas – Carne moída e purê de batatas – Hackfleisch und Kartoffelpüree – Thịt băm và khoai tây nghiền – 肉末和土豆泥 – みじん切りの肉とマッシュポテト

Spaghetti al pesto, la ricetta

spaghetti al pesto

Spaghetti al pesto, la ricetta.
Forse non è il tipo di pasta ufficiale da accompagnare al pesto alla genovese (trenette o trofie) però farsi un piatto di spaghetti condendoli con quella meraviglia che la natura ci offre da queste parti è spettacolare ugualmente!
E poi è così semplice: basilico, olio, sale, aglio, pinoli e formaggio.
E ditemi che non ho ragione…

Ed ecco la ricetta di Loris per gli spaghetti al pesto:

Di questa salsa tipica ligure gli ingredienti base sono il basilico, l’aglio, l’olio d’oliva, il formaggio grattugiato ed i pinoli.
Adesso vi voglio descrivere alcuni dettagli appunto su alcuni di questi ingredienti, dettagli che si accompagnano a ricordi della mia infanzia e dei miei nonni materni, veri liguri della riviera di levante.

– Il basilico. Il giorno d’oggi si parla giustamente del basilico di Prà che ha le caratteristiche perfette per il pesto ma una volta non sapevano neppure che cosa fosse: mio nonno diceva che il basilico perfetto e senza il brutto odore di menta doveva assolutamente crescere all’ombra e che i suoi fiori dovevano essere tolti appena spuntavano. Come avrebbero potuto fare il pesto nelle riviere di ponente e di levante?

– I pinoli. Mio nonno raccoglieva i pinoli sotto un vecchio pino domestico vicino a casa, rompeva i loro gusci e li conservava in un vasetto. Comunque la loro quantità nel pesto era sempre molto limitata… Quando erano finiti mia nonna ne comprava un’oncia per volta, cioè 25 grammi!

– il formaggio grattugiato: per mio nonno, nato nel 1886, “il formaggio” era solamente il sardo. Lui ne comperava una forma alla volta di quello mezzo stagionato, che veniva consumato a tavola con parsimonia. Alla fine della forma, il pezzetto che rimaneva e che nel frattempo era diventato bello duro veniva usato per cucinare, per mettere sulla pasta e per fare il pesto.

– L’olio d’oliva deve essere per forza ligure, per le sue caratteristiche di leggerezza e profumo.

Buon appetito!

Qui vi lascio una bella video-ricetta di GialloZafferano.

spaghetti al pesto

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